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Direttiva Efficienza energetica: i finanziamenti pubblici non bastano

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La Commissione Europea ha pubblicato una raccomandazione relativa al recepimento dell’articolo 30 della direttiva sull’efficienza energetica, che riguarda l’utilizzo dei fondi nazionali a supporto delle attività. Secondo l’esecutivo europeo la maggior parte del sostegno finanziario all’efficientamento energetico dovrà arrivare dal settore privato. Gli obblighi di comunicazione a Bruxelles in capo agli Stati membri, inizieranno entro il 15 marzo 2025 e successivamente ogni due anni nell’ambito delle relazioni intermedie sui PNIEC.

LEGGI LA RACCOMANDAZIONE

I finanziamenti pubblici non bastano 

La maggior parte del sostegno finanziario all’efficientamento energetico dovrà arrivare dal settore privato. Lo spiega la Commissione Europea nella raccomandazione relativa al recepimento dell’art.30 della Direttiva europea 2023/1791. Il suddetto articolo mira a incrementare gli investimenti a beneficio dell’efficienza energetica in diversi settori, definendo un quadro normativo volto a migliorare l’efficacia del sostegno sia pubblico che privato. Secondo l’esecutivo europeo, infatti, i soldi pubblici (fondi Ue e finanziamenti nazionali) non saranno sufficienti a soddisfare da soli il fabbisogno di investimenti. 

Il ruolo dei fondi pubblici nazionali

Il compito dei fondi pubblici si riduce quindi ad eliminare gli ostacoli agli investimenti, sostenere gli interventi dei gruppi più vulnerabili e fornire strumenti finanziari e garanzie pubbliche. I 27 dovranno attuare le disposizioni introdotte dall’art. 30, entro l’11 ottobre 2025, agevolando l’istituzione di strumenti finanziari con apposite misure nazionali. In particolare Bruxelles impone l’obbligo per gli Stati membri di favorire nuovi meccanismi di finanziamento (anche tramite imposte) e aumentare il ricorso a quelli esistenti, nonché di promuovere soluzioni private e innovative di sostegno all’efficienza energetica. Tra queste i prodotti di credito. Secondo la Commissione si tratta di un aspetto fondamentale per mobilitare un volume adeguato di investimenti.

Le Banche e l’esempio della Romania

La Commissione raccomanda, in particolare, di creare competenze specifiche presso le banche, anche istituendo sportelli unici a livello nazionale, regionale o locale.

Un esempio,  si legge nella raccomandazione, è il programma rumeno Green Homes and Green Mortgages, che è stato varato nel 2012 con il finanziamento della Commissione europea e consta di due elementi: 

  1. certificazione delle abitazioni verdi da parte del consiglio rumeno per l’edilizia verde (RoGBC)  
  2. mutui ipotecari verdi concessi dalle banche commerciali a chi acquista un’abitazione certificata dal RoGBC. 

Possono partecipare tutte le banche che erogano mutui ipotecari in Romania, a condizione di accettare i criteri e il sistema di certificazione del RoGBC per le abitazioni verdi e di proporre tassi di interesse ridotti sulle case certificate. I mutui non comprendono sovvenzioni pubbliche. Le banche offrono tassi più bassi in quanto le abitazioni verdi certificate comportano un minor rischio di default ipotecario e godono di una migliore valutazione come attività. La Banca nazionale rumena permette anche a chi acquista un’abitazione verde di conteggiare i risparmi di energia stimati come fonte supplementare di reddito nella domanda di prestito, così da ottenere somme più ingenti per ristrutturare o costruire all’insegna dell’efficienza energetica.

Fondi nazionali per l’efficienza energetica

La raccomandazione include poi indicazioni sull’istituzione dei fondi nazionali per l’efficienza energetica, che dovranno essere usati per aumentare la diffusione degli investimenti privati e sostenere le misure a vantaggio delle persone in condizioni di povertà energetica, dei clienti vulnerabili e delle famiglie a basso reddito. A norma dell’articolo 30, i Paesi Ue hanno a disposizione varie opzioni per istituire o riallineare i fondi nazionali per l’efficienza energetica.

Gli Stati membri possono stabilire le modalità di governance istituzionale, definire gli obiettivi, i parametri di rendicontazione e determinare le modalità di capitalizzazione del fondo. In particolare, al momento di istituire e determinare la capitalizzazione dei fondi nazionali per l’efficienza energetica, gli Stati membri dovrebbero valutare le possibili complementarità e sinergie con le risorse di bilancio disponibili per sostenere l’efficienza energetica nell’ambito dei programmi della politica di coesione 2021-2027 (Fondo europeo di sviluppo regionale e Fondo di coesione). 

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