Martedì 18 aprile, il Parlamento europeo dovrebbe votare sulla riforma del mercato del carbonio dell’Ue. È possibile che, dal 2027, l’aumento del prezzo dei combustibili fossili come gas, benzina o diesel sarà ben al di sopra del limite di 45 euro sperato dalle istituzioni europee.
Nuovo ETS per gli edifici e il trasporto su strada: si prospettano aumenti superiori a 45 euro per tonnellata
Domani (18 aprile) il Parlamento europeo dovrebbe votare sulla riforma del mercato del carbonio dell’Ue, dopo che, a dicembre dello scorso anno, le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo per riformare il sistema di scambio di quote di emissione (ETS), strumento di punta della politica climatica europea.
L’obiettivo è quello di ridurre l’inquinamento, eliminare gradualmente le quote gratuite per le imprese e creare un nuovo sistema specifico per i carburanti, per il trasporto su strada e per gli edifici. Verrà così imposto un prezzo per le emissioni di questi settori entro il 2027, e un aumento dei prezzi dei combustibili fossili per il riscaldamento e la mobilità su veicoli.
Le istituzioni vorrebbero contenere questi incrementi a un massimale di 45 euro per tonnellata di emissioni di CO2, che equivale a un sovrapprezzo di 10 centesimi per litro di benzina e 12 centesimi per litro di gasolio. Ma, secondo gli esperti, questo limite potrebbe essere superato, in quanto il meccanismo di smorzamento dei prezzi previsto per legge non è in grado di garantire il contrario.
Non si sa ancora cosa aspettarsi, ma l’invito dei ricercatori, e anche quello degli eurodeputati, è preparare i cittadini a una realtà in cui i combustibili fossili saranno non solo difficilmente reperibili, ma anche molto costosi.
Come si è arrivati a voler riformare il sistema ETS: abbassare il cap dal 43% al 62% entro il 2030,
L’ETS (Emissions Trading System) è un sistema “cap & trade” basato su dei limiti di inquinamento negoziabili: viene stabilito un cap (livello massimo delle emissioni) e le imprese possono rispettarlo o abbattendole in modo autonomo, oppure acquistando dei permessi da altre aziende.
L’aspetto positivo dei permessi riguarda il controllo esatto delle emissioni complessive; il punto di debolezza, invece, concerne il prezzo, che cambia in relazione all’equilibrio tra domanda e offerta.
Negli anni, i bassi prezzi e l’inefficienza dell’ETS hanno portato a una crescita delle quotazioni e una volontà da parte delle istituzioni Ue di abbassare il cap dal 43% al 62% entro il 2030, per contribuire alla decarbonizzazione e arrivare alle emissioni zero al 2050.