La Commissaria europea per l’Energia annuncia un nuovo “Solar Power Pledge” per potenziare e rilanciare il fotovoltaico solare ‘made in Eu’. Grazie all’accordo politico raggiunto ieri in sede di Consiglio, i Paesi membri dell’Unione sono stati incoraggiati a continuare a ridurre il loro consumo di gas fino al 31 marzo 2025, di almeno il 15% rispetto al loro consumo medio di gas nel periodo 2017-2022.
L’Energy Council adotta nuove misure per il gas e il mercato energetico dell’Unione
A poco più di due anni dall’attacco russo all’Ucraina, l’Unione europea si trova ancora a fare i conti con la minaccia energetica. I tempi peggiori sono passati, almeno per il momento, ma certo si deve fare molta attenzione alle scelte che si fanno sul momento, perché è sempre difficile stimarne le conseguenze sugli anni a venire.
La Commissaria per l’Energia, Kadri Simons, partecipando al Consiglio Trasporti, Telecomunicazioni ed Energia, ha rassicurato sulla situazione scorte continentali di gas e sulla spesa in bolletta per famiglie e imprese.
“I prezzi del gas nell’Unione europea sono diminuiti in modo significativo e ora sono abbastanza stabili. La scorsa settimana hanno chiuso intorno ai 25 euro/MWh. Si tratta dell’ultimo livello registrato prima dell’inizio della guerra. Lo stoccaggio del gas, invece, è al 62%. Di questo passo arriveremo alla fine della stagione invernale con un livello di accumulo compreso tra il 45 e il 55%. Questa è una buona base per ricominciare a breve a fare scorte per la prossima stagione invernale”, ha spiegato la Simons nel suo intervento.
Grazie all’accordo politico raggiunto ieri in sede di Consiglio, i Paesi membri dell’Unione sono stati incoraggiati a continuare a ridurre il loro consumo di gas fino al 31 marzo 2025, “di almeno il 15% rispetto al loro consumo medio di gas nel periodo compreso tra il 1° aprile 2017 e il 31 marzo 2022”.
Questa raccomandazione aiuterà gli Stati membri ad adottare misure adeguate in materia di sicurezza dell’approvvigionamento fino al recepimento, nel 2025, delle direttive sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, che porteranno entrambe a una riduzione strutturale della domanda di gas nel prossimo futuro, conseguendo nel contempo gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE.
“Sono lieta che i ministri degli Stati dell’Unione abbiano trovato un accordo sulla raccomandazione della Commissione di continuare la riduzione volontaria della domanda del 15% nel corso del prossimo anno. Finora, le misure di riduzione della domanda hanno consentito di risparmiare circa il 18% del consumo di gas tra agosto 2022 e gennaio di quest’anno”, ha affermato la Commissaria.
Il futuro è nelle rinnovabili, nuove misure in arrivo sul fotovoltaico ‘made in Eu’
Poi c’è la sfida della decarbonizzazione, non solo gas, sicurezza degli approvvigionamenti e scorte per gli inverni, perché la transizione energetica deve essere accelerata e l’unico modo è investire e scommettere sulle fonti energetiche rinnovabili e le tecnologie pulite.
Anche perché, in tema di sicurezza e autonomia energetica: “Le energie rinnovabili ci hanno aiutato a ridurre significativamente la nostra dipendenza dal consumo di gas russo”, ha chiarito la Simons.
Ovviamente ci sono molti problemi da affrontare, sia in termini di maggiore competitività in risposta all’egemonia cinese in questo settore, sia di rafforzamento dei produttori europei e di mercato interno.
“Esiste un netto contrasto tra il rapido sviluppo positivo del solare fotovoltaico in Europa e la situazione molto fragile dei produttori europei, schiacciati da un’impennata delle importazioni a basso costo dai paesi terzi. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di una politica che tuteli l’accelerazione della nostra diffusione del solare fotovoltaico, ma preservi anche una base industriale europea competitiva, sostenibile e innovativa nel settore”, ha proseguito la Commissaria.
Su questo, ha precisato Simons, “la Commissione è al lavoro a un Solar Power Pledge, in cui gli Stati membri e le parti interessate si impegneranno a intraprendere azioni concrete per sostenere la nostra produzione qui in Europa”. Speriamo vivamente, perché il tema è centrale per il futuro dell’Europa.