Dei gruppi ambientalisti hanno citato in giudizio la Commissione europea dopo che la loro richiesta di ritirare il gas fossile dalla tassonomia verde Ue è stata respinta.
Ong e attivisti protestano
L’Esecutivo Ue è stato citato in giudizio dagli uffici europei di Greenpeace in Germania, Francia, Spagna, Italia, Belgio, Lussemburgo, Europa centrale e orientale, supportati dalle Ong ClientEarth, l’Ufficio per le politiche europee del WWF, BUND – Friends of the Earth Germany e Transport and Environment.
La decisione di presentarsi presso la Corte di Giustizia europea nasce dalla convinzione della Commissione di includere il gas fossile, così come l’energia nucleare, nella tassonomia verde, e di respingere le richieste degli ambientalisti, lo scorso 8 febbraio, sul passo indietro sulla questione.
Per Greenpeace in particolare, la decisione dell’Esecutivo consente alle centrali elettriche a gas fossile e a quelle nucleari di ricevere fondi che potrebbero, invece, essere destinati alle rinnovabili. Ed è per questa ragione che a Lussemburgo è stata anche organizzata una protesta, proprio davanti al Tribunale dell’Ue. A partecipare, anche attiviste ed attivisti italiani.
Decisione della Commissione definita ‘illegale e pericolosa’
Uno dei portavoce delle Ong ambientaliste ha definito non solo assurda la decisione della Commissione, ma anche illegale e pericolosa, andando contro pareri scientifici e minacciando la credibilità europea sull’impegno per il clima.
Per altri, questa scelta potrebbe peggiorare anche la dipendenza dell’Ue dalle importazioni di combustibili fossili, esponendo gli Stati membri a una maggiore volatilità dei prezzi, alla dipendenza dai Paesi produttori e a delle crisi di approvvigionamento future.
L’udienza presso il Tribunale è prevista adesso per la seconda metà del 2024, mentre la sentenza dovrebbe essere emessa nel 2025.