Secondo un nuovo rapporto degli analisti Ember, nei primi sei mesi del 2023 la quantità di elettricità generata da combustibili fossili nell’Ue è scesa al livello più basso dall’inizio delle registrazioni. Leggi qui il report.
I dati dell’analisi
I dati dell’analisi Ember mostrano quanto l’elettricità generata dal carbone e dal gas sia crollata rispettivamente del 23% e del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Produzione solare aumentata
Al contempo, la produzione solare è aumentata del 13%, mentre quella eolica del 5%. In particolare, l’Italia ha installato 2,5 GW di fotovoltaico nei primi 6 mesi del 2023, a fronte di un totale di 3 GW nel 2022.
Da queste percentuali, emerge anche che 17 Stati membri hanno generato quote record di energia da fonti rinnovabili, con Grecia e Romania che hanno superato per la prima volta il 50%, e Danimarca e Portogallo che hanno invece oltrepassato il 75%.
Da cosa deriva il crollo del carbone e del gas?
Per il think tank, è il calo della domanda ad aver determinato il crollo del carbone e del gas, diminuito di 86 terawattora nella prima metà di quest’anno, con una significativa riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.
In particolare, in 14 Paesi si è registrata una cifra record per la più bassa produzione mai avvenuta dal 2000: parliamo di Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Italia, Polonia e Slovenia.
Il rapporto inoltre, che analizza i cambiamenti nel settore energetico europeo da gennaio a giugno 2023, aggiunge che l’Unione dovrà accelerare la diffusione di elettricità a bassa emissione di C02 per far fronte alla ripresa, non perdendo mai di vista quelli che sono gli obiettivi climatici da soddisfare da qui ai prossimi anni.
E sul nucleare e l’idroelettrico?
Sul nucleare e l’idroelettrico, nel primo semestre si sono ottenuti dei risultati positivi in entrambi i settori, ma ci saranno ancora numerose sfide da affrontare secondo Ember.