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Una nuova ricerca sul fotovoltaico spaziale: costi più bassi e alla portata di tutti?

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Delle celle solari a basso costo in grado di resistere alle dure condizioni dello spazio. 

Missioni a lungo termine

Pannelli solari in grado di resistere alle temperature e alle condizioni dello spazio esistono già, e rappresentano una fonte energetica non solo efficace ma anche importante per le missioni a lungo termine.

Nonostante il tema non sia dunque qualcosa di nuovo, è invece innovativa l’ipotesi di mettere a disposizione tali impianti non solo per Università o enti dal grande capitale finanziario, ma anche per istituti che hanno un budget economico inferiore. 

La ricerca 

Attratte proprio da questa prospettiva, l’Università di Surrey e quella di Swansea hanno condotto una ricerca per saperne di più, progettando e testando in orbita delle celle molto leggere e soprattutto più economiche.

Dopo vari esperimenti, è emersa l’efficienza di queste tecnologie, che possono durare anche più di 5 anni e resistere al vuoto e alle dure condizioni termiche spaziali. 

Il grande risultato è dovuto anche al materiale utilizzato per realizzarle, ovvero il tellururo di cadmio (CdTe), considerato tra i più adatti a sviluppare, a costi ridotti, celle più sottili e potenti a livello energetico.

Bisogna anche considerare però che, questa tipologia di dispositivi, necessita anche di un’area più vasta rispetto a quella tradizionalmente dedicata ai pannelli solari sia sulla Terra che sullo spazio, ma porta comunque dei vantaggi che non si possono non tenere in considerazione. 

Caltech

Un’altra Università che si è sempre dedicata allo sviluppo del fotovoltaico spaziale è il California Institute of Technology (Caltech), con sede nella città di Pasadena.

A inizio 2023 infatti, l’istituto privato ha progettato lo Space Solar Power Project (SSPP), lanciando in orbita il primo  prototipo.

Si tratta di un satellite di circa 50 kg creato per testare tecnologie chiave in questo settore, con l’obiettivo finale di avviare una centrale elettrica nello spazio, e trasmettere poi, via wireless, l’energia immagazzinata sulla Terra. 

In generale dunque, questo campo di ricerca è ancora agli esordi ma in continua evoluzione, con l’ambizione di divenire uno dei protagonisti della transizione energetica e della lotta al cambiamento climatico. Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi.

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