La società privata Blue Origin, creata dallo stesso fondatore di Amazon, Jeff Bezos, ha trovato un modo per estrarre importanti risorse dalla superficie lunare e fabbricare, successivamente, impianti fotovoltaici.
Il processo
Blue Origin ha sperimentato un reattore, dal nome ‘Blue Alchemist’, alimentato unicamente da elettricità e che potrebbe facilitare lo sviluppo di una colonia umana sulla Luna. Questo perché, per sopravvivere qui, bisogna produrre tanta energia, ma lo si può fare in soli due modi: convertendo la luce del Sole grazie a dei pannelli solari, o utilizzando microreattori a fissione nucleare.
Sulla superficie lunare è presente in grande quantità un minerale chiamato ‘regolite’ che, venendo fuso alla temperatura di 1600 gradi centrigradi dall’elettricità prodotta dal reattore, permette di estrarre ossigeno, tramite elettrolisi, e anche materiali importanti per la fabbricazione di impianti fotovoltaici quali silicio, ferro, alluminio o magnesio.
Secondo quanto annunciato dalla società, Blue Alchemist è in grado di produrre silicio puro quasi al 100%, e questa risorsa può essere utilizzata per costruire pannelli fotovoltaici direttamente sulla Luna, per avere così a disposizione nuove fonti energetiche e ulteriori risorse.
L’obiettivo
L’obiettivo di Blue Origin è quello di vendere la nuova tecnologia alla NASA, e contribuire così alla missione Artemis, che vuole riportare l’essere umano sulla Luna per un tempo più prolungato e in modo più sostenibile. Con questa innovazione, gli astronauti potrebbero autosostenersi, senza essere costretti a portare tutto il necessario dalla Terra.
L’importanza della regolite
Nella primavera del 2020 sono stati firmati per la prima volta, da 8 Paesi compresa l’Italia ai quali poi se ne sono aggiunti altri, gli Accordi Artemis, che sono una serie di 10 principi, stilati dagli Usa e dalla NASA per porre una base su cui regolamentare la futura esplorazione lunare. Non si tratta di regole internazionali vincolanti, ma di norme che i Paesi firmatari si sono impegnati a rispettare.
A seguito di tali accordi, la stessa NASA ha diffuso un appello alle agenzie pubbliche e private per collaborare al recupero delle risorse nello spazio ed è stato mostrato grande interesse per la regolite, che si trova non solo sullo strato superficiale lunare ma anche su altri corpi celesti.
Stando agli ultimi studi che sono stati condotti da centri di ricerca di tutto il mondo, la regolite è fondamentale sia per fornire l’ossigeno necessario per la permanenza degli astronauti nella base spaziale, sia per i mattoni che servono alla costruzione della stessa. Allo stato attuale, questo minerale rappresenta l’unica soluzione per poter vivere al di fuori del pianeta Terra.