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Solare, Cipro: il clima e l’architettura al servizio dell’efficientamento abitativo

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Nella Repubblica di Cipro, sfruttando le particolari condizioni climatiche dell’isola, l’energia solare è stata posta in funzione delle forniture idriche, dando vita ad un esperimento interessante e innovativo.

L’utilizzo familiare del solare

La Repubblica di Cipro, nel Mediterraneo orientale, si è ritagliata un ruolo di assoluta protagonista nello sfruttamento dell’energia solare in ambito domestico. Sia per quanto riguarda il riscaldamento dell’acqua, che nella gestione delle temperature interne.

Nel Paese situato nella parte meridionale dell’omonima isola, come ha scritto il Guardian, si è qui promosso da tempo – a livello sistemico- un insieme di tecnologie, massimizzando i benefici degli oltre trecento giorni di sole all’anno.

Basti pensare che, con la metodologia di montaggio della Thriamvos – una delle aziende capofila nel settore – l’intera infrastruttura, costituita dall’impalcatura, dai pannelli, dalla caldaia, dai tubi in rame e dal cablaggio, è montabile sopra i tipici tetti terrazzati in due ore.

Il paradosso cipriota

L’aspetto più interessante della vicenda è che Nicosia è al centro di un paradosso. In effetti, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia – al 2022 – l’83% dell’elettricità derivava dal petrolio. Il quale, a sua volta, raggiungeva l’85% del mix energetico nazionale. Soltanto l’11,4% dell’elettricità proveniva da impianti fotovoltaici, responsabili del 72,9% della capacità elettrica da rinnovabili.

Per certi versi lontana dai grandi obiettivi sulle emissioni, Cipro ha saputo però ottenere dei primati di assoluto rilievo. Ha infatti superato tutti gli altri Stati dell’Unione Europea nell’adozione di sistemi che sfruttano l’energia solare per trattare le acque. Un vero esempio di efficienza ‘dal basso’.

Si è stimato che il 93,5% delle famiglie si avvalga di tale impiantistica. Il tutto, proprio grazie all’ampio utilizzo dei suddetti scaldacqua solari.

Un lungo processo

Nell’isola, la tecnologia è arrivata grazie a Israele, alla fine degli anni ’60. La successiva convenienza nella produzione e nel suo utilizzo ha poi legittimato la nascita di una vera e propria industria nazionale del settore, moltiplicatore tangibile di ricchezza.

Addirittura, dal 1977 è stata installata una superficie di oltre 962.564 metri cubi (m³) di collettori dei pannelli. Per comprendere delle risultanze e dei numeri simili basta un prospetto. Con tre ore di sole – tra le 11.00 e le 14.00 – si arriva a riempire un serbatoio da 200 litri di acqua calda, la cui durata media sarà di 48 ore. Da qui la convenienza.

In un processo lungo e virtuoso, nel Mediterrano orientale si è sviluppato dunque un paradigma singolare, in anticipo sui tempi, di sviluppo sostenibile. L’esempio di Cipro, soprattutto nell’Europa del Sud potrebbe trovare un seguito.

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