Secondo un rapporto di Wood Mackenzie, il costo di produzione dei moduli solari in Cina è sceso del 42% negli ultimi 12 mesi, arrivando a 0,15 dollari per watt (/W).
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Il rapporto di Wood Mackenzie
Il rapporto di Wood Mackenzie evidenzia quanto i costi di produzione del solare in Cina siano scesi del 42% nell’ultimo anno, raggiungendo i minimi storici e arrivando a 0,15 dollari per watt (/W).
Oltre all’abbassamento dei costi del fotovoltaico, il report esamina la rapida ascesa delle rinnovabili, con tutti gli sforzi compiuti per diversificare l’approvvigionamento delle materie prime per le batterie, per lo stoccaggio della CO2, e per la crescita delle pompe di calore domestiche.
Lo studio mostra dunque i grandi progressi compiuti nel percorso verso la transizione energetica, sottolineando però quanta strada ci sia ancora da fare, soprattutto per Europa e Stati Uniti.
Cina e moduli solari
Le risorse fotovoltaiche della Cina sono elevatissime. Il Paese asiatico, considerato da sempre potenza mondiale per ciò che concerne i moduli solari, detiene infatti già l’80% della capacità globale, e questo si riflette in un’impennata delle installazioni nazionali che arriveranno presto ad essere il doppio di quelle degli Stati Uniti e dell’Ue messe insieme.
Tale vettore energetico infatti, seguito dall’eolico, rappresenterà entro il 2050 oltre il 50% dell’approvvigionamento energetico globale, almeno secondo le previsioni del gruppo di ricerca Wood Mackenzie.
Materie prime e pompe di calore
Per quanto riguarda le materie prime, l’analisi mette in luce come sia necessaria una produzione sempre più costante di litio e cobalto, con nuovi investimenti per ampliare la capacità produttiva delle batterie, e arrivare a sviluppare catene del valore dei metalli di base sempre più più profonde e ampie.
Per quanto riguarda le pompe di calore, settore che di recente ha registrato un boom inaspettato, la crescita annuale è stata superiore al 30%, arrivando a numeri di installazioni sempre più alti a livello mondiale.
Allarme per Usa ed Europa
Il continuo sviluppo delle rinnovabili in Cina, e il conseguente calo dei prezzi del 25% dei pannelli solari prodotti dalla Nazione, è comunque un allarme per Usa ed Europa.
Anche se il report ‘Solar Market Insight Q4 2023’, al quale ha lavorato la Wood Mackenzie con la Solar Energy Industries Association, segna un aumento anche per l’industria solare statunitense, con una crescita del 35% rispetto all’anno precedente, si tratta comunque di livelli troppo bassi se paragonati a quelli di Pechino.
SolarPower Europe sostiene che, adesso che i costi dei moduli cinesi hanno raggiunto il minimo storico, sarà ancora più difficile per le aziende manifatturiere europee vendere i propri prodotti. Aumentando dunque la competitività e la lobby dello Stato asiatico che domina il mercato, molti produttori stanno entrando in crisi. Come reagiranno a tale situazione?