Un team di ricerca del DGIST (Daegu Gyeongbuk Institute of Science and Technology), nella Corea del Sud, ha sviluppato un nuovo dispositivo autopulente per i pannelli solari. Ma come funziona? E quali vantaggi trarne?
Mantenere l’efficienza energetica
Il fotovoltaico è un vettore che ha sempre posto innumerevoli sfide da affrontare, non essendo nemmeno sempre a disposizione. Eppure, parliamo della Fer più apprezzata e diffusa a livello mondiale, come migliorarne le potenzialità però?
Spesso la produzione è messa in discussione dalla polvere, sabbia o altre particelle trasportate dall’aria, che si accumulano sui pannelli agendo come una barriera ‘pericolosa’.
Tutto questo infatti, riduce la quantità di luce solare che possono assorbire le celle, e ostacola la loro capacità di conversione elettrica. Come mantenere l’efficienza energetica anche in questi casi? Il team del DGIST (Daegu Gyeongbuk Institute of Science and Technology), nella Corea del Sud, ha forse trovato la soluzione.
Un generatore di energia a frizione
Parliamo di un dispositivo autopulente che potrebbe ridurre i rischi sulle prestazioni, e che differisce dai metodi di pulizia tradizionali che spesso richiedono l’intervento umano, non sempre possibile o comunque complesso in determinati contesti.
Il sistema messo a punto dal professore Lee Ju-hyuck invece, sfrutta un generatore di energia a frizione per ottenere alla fine elettricità pulita dal vento. La quantità raccolta poi, aziona uno schermo elettrodinamico che previene e rimuove efficacemente la contaminazione superficiale dalle celle solari, mantenendo così un’efficienza ottimale.
Altri metodi
Ci sono poi tanti altri metodi al fine di preservare la pulizia dei pannelli e garantire la loro elevata funzionalità.
Per esempio gli schermi elettrodinamici, che utilizzano corrente alternata ad alta tensione (AC); i pulitori robotici, che prevedono spazzole o altri meccanismi simili per rimuovere lo sporco; la pulizia ad aria compressa molto simile al sistema a spruzzi d’acqua; o anche le tecniche a ultrasuoni che sfruttando onde sonore per eliminare i detriti.
Ognuna di queste pratiche comunque, comporta vantaggi e svantaggi, che riguardano soprattutto un’attenta manutenzione periodica, dei costi troppo elevati e possibili danni che si potrebbero comunque venire a creare.
Nuove tecnologie sperimentate nell’industria solare
La vera sfida in tutto questo è ottimizzare sempre l’efficacia e le prestazioni delle nuove tecnologie sperimentate nell’industria solare. Riuscirà a superarla il dispositivo progettato dal team del DGIST?
Di certo parliamo di un prodotto originale, ma per poterlo sviluppare a livello internazionale sarà necessario considerare fattori come il tipo di frizione da utilizzare, la gestione del calore generato dall’attrito e l’efficienza complessiva del sistema.
Inoltre, dovrebbe essere anche considerata l’integrazione di mezzi di controllo per regolare la produzione di energia in base alle esigenze.