Le microonde potrebbero essere lo strumento più adatto a riciclare i pannelli solari. A sostenerlo è la ricerca pubblicata dalla rivista Anthropocene, che potrebbe rivoluzionare il settore con una rivelazione alquanto originale, influendo potenzialmente anche sul costo della tecnologia fotovoltaica.
Le difficoltà legate al riciclo dei pannelli
La capacità solare mondiale è passata da 1,4 gigawatt nel 2000 a 760 gigawatt nel 2020, e l’energia da fonte fotovoltaica ora genera quasi il 4% dell’elettricità mondiale, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA).Il mercato del fotovoltaico ha raggiunto cifre record nell’ultimo anno, accrescendo la potenza rinnovabile di numerose realtà che, grazie a questa tecnologia di ultima generazione, hanno modificato radicalmente il proprio approccio all’approvvigionamento energetico in vista degli ambiziosi obiettivi internazionali di decarbonizzazione. L’altra faccia della medaglia risiede, però, nella vita relativamente breve dei pannelli, e le difficoltà di recupero dei materiali, peculiarità che li rendono paradossalmente, tanto benefici, quanto nocivi per l’ambiente in un discorso di lungo periodo. Ad esempio, il vetro dei pannelli ha un rivestimento in plastica molto difficile da rimuovere. Al tempo stesso, il silicio nei pannelli deve essere riscaldato a oltre 1650 gradi Fahrenheit durante la produzione.
La ricerca australiana sul riciclo dei pannelli solari
Il ricercatore australiano Binesh Puthen Veettil ha recentemente annunciato di aver trovato un modo per rendere il riciclaggio dei pannelli solari più economico e semplice. Il segreto? Un forno a microonde.
Secondo la rivista Anthropocene, la maggior parte dei pannelli solari, oggi, viene buttata via anziché essere riciclata. I materiali sono difficilmente separabili e i processi di lavorazione troppo costosi. Veettil e il suo team hanno, quindi, utilizzato il microonde per riscaldare selettivamente i componenti in silicio del pannello, lasciando intatti il vetro, la plastica e l’alluminio. Il metodo ha avuto successo ed è stato molto più efficiente dal punto di vista energetico rispetto all’utilizzo di un forno tradizionale.
Inoltre, grazie a questo sistema, è stato possibile ammorbidire il rivestimento in plastica sul vetro del pannello. Ciò ha permesso di rimuovere facilmente il silicone, in modo da recuperare anche il vetro.
L’attuale processo di riciclo
Ad oggi, nei rari casi in cui vengono riciclati, i pannelli sono riscaldati a circa 2.550 gradi Fahrenheit, e lavati con sostanze chimiche per rimuovere la plastica, un processo che richiede il consumo di quantità notevoli di energia. Il metodo sperimentato dai ricercatori australiani sarà più economico e, dunque, applicabile su scala più ampia, ridimensionando anche i costi dei nuovi pannelli solari.