Roma, 21/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Migliorini (European Energy): “Il fotovoltaico aiuta l’agricoltura”. I nemici sono altri, il costo dell’energia e il consumo di suolo

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Il fotovoltaico a terra sui terreni agricoli è un problema o una risorsa? Su questo tema da settimane si è acceso un confronto che non termina con gli interventi del Governo. L’Italia ha degli obiettivi strategici da raggiungere in chiave di transizione energetica ed ecologica e il fotovoltaico ne fa parte. Alessandro Migliorini, Country Manager Italy di European Energy, ha detto la sua sull’argomento, ricordando che “i nemici” dell’agricoltura e dell’ambiente sono bel altri che l’installazione di pannelli solari sui terreni.

Migliorini (European Energy): “Basta campagne disinformative, la cementificazione e il consumo di suolo in Italia non derivano dal fotovoltaico che, a contrario, aiuta l’agricoltura

La cementificazione e il consumo di suolo in Italia non derivano dal fotovoltaico che, al contrario, aiuta l’agricoltura. Negli ultimi mesi vedo sempre più campagne “disinformative” basate sulla distorsione di dati e informazioni che individuano nelle rinnovabili e nel fotovoltaico “i nemici” dell’agricoltura e dell’ambiente probabilmente per sostenere lo status quo legato ai consumi di energia fossile o spingere su altre tecnologie di sicuro interesse (a medio lungo termine) per il mix energetico”, ha affermato Alessandro Migliorini, Country Manager Italy di European Energy.

Questo si legge in un suo post pubblicato sui social per continuare a tenere acceso il fato dell’opinione pubblica e dei decisori pubblici su un tema molto rilevante sia per la transizione energetica, sia per quella ecologica: il fotovoltaico a terra nei campi agricoli.

Tutti ricordiamo ad inizio mese il braccio di ferro tra il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, proprio sui pannelli fotovoltaici a terra da realizzare sui terreni agricoli.

Il giorno dell’approvazione del decreto legge Agricoltura, Lollobrigida ha dichiarato: “Abbiamo, inoltre, voluto regolamentare l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici, perché crediamo che la terra serva a produrre e la produzione energetica deve essere compatibile con quella agricola”. Un uso quindi da limitare, nel nome delle presunte esigenze del mondo agricolo (non è chiaro esattamente di “chi”) e in coda alla sempre presente propaganda governativa: “per portare avanti una visione che guarda all’innovazione tecnologica, alla cultura della terra e alla difesa delle nostre identità”.

Il tutto, in piena contraddizione, o quasi, con un altro Decreto, emanato sempre dallo stesso Governo, che promuove la realizzazione di almeno 1,04 GW di impianti agrivoltaici su suolo destinato all’agricoltura.

Basterebbe installare il fotovoltaico sul 2% dei terreni agricoli non coltivati per raggiungere i traguardi 2030

Di mezzo a tutto ciò, tanta, tanta disinformazione e malafede. Giustamente Migliorini nel suo post ha ricordato che, come spesso accade, “quando si tratta di sovvertire la realtà, si guarda e si parla di credenze generiche, si fa leva sull’emotività e sulla disinformazione. Spiace vedere che a farlo siano anche giornali e giornalisti di programmi TV. Non è vero infatti che il fotovoltaico toglie i terreni all’agricoltura: in Italia la superficie agricola utilizzata dai pannelli è pari allo 0,13% e mi pare davvero surreale che in un Paese dove gli agricoltori sono in difficoltà anche a causa del costo dell’energia si pensi di sovvertire la realtà. La realtà invece è che basterebbe il 2% dei terreni agricoli (mi baso su dati Istat) non coltivati per raggiungere i traguardi 2030”.

Tralascio di dire che ci sono autorevoli studi che supportano il ruolo positivo anche in termini di ombreggiamento e riduzione di necessità di acqua per le coltivazioni. Il problema della cementificazione e del consumo di suolo esiste in Italia, certamente, ma lo scempio è stato fatto per ben altri utilizzi da quelli legati all’energia pulita. Secondo dati Ispra – ha proseguito Migliorini – in 15 regioni italiane, la percentuale di suolo consumato supera il 5%. Le regioni con i valori percentuali più elevati sono la Lombardia (12,16%), il Veneto (11,88%) e la Campania (10,52%). La Lombardia è anche la regione con la maggiore estensione di territorio artificializzato, con oltre 290.000 ettari. Nell’ultimo anno, i maggiori aumenti nel consumo di suolo netto sono stati registrati in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte”.

Si tratta di regioni dove il fotovoltaico non ha grandi percentuali di utilizzo in termini di impianti utility scale. Perdonate la provocazione – ha concluso il Country Manager Italy di European Energy – ma forse sono i centri commerciali e la cementificazione selvaggia di grandi agglomerati urbani ed il loro essere “energivori” poiché basati su tecnologie di riscaldamento “fossile” ad essere il problema, le energie rinnovabili sono invece la soluzione che evidentemente proprio perché più pulita, distribuita e razionale viene osteggiata da chi preferisce lasciare tutto come sta”.

L’attesa per il decreto FerX e i suoi 60 GW di rinnovabili

Siamo da mesi in statica attesa del decreto FerX annunciato con i suoi 60 GW di rinnovabili e nel frattempo assistiamo alla creativa ipertrofia normativa del sopracitato DL agricoltura che, di fatto, sostituisce il decreto aree idonee, all’isteria delle moratorie sarde e all’approvazione del decreto dei criteri dell’Emilia Romagna nato morto”, ha rilanciato in un altro post sempre Migliorini, concludendo laconico: “Tutto il mondo sta andando deciso verso l’energia pulita e anche in Italia, presto o tardi, arriveremo a prendere il treno, pagando nel frattempo il sovrapprezzo delle esitazioni”.

Decreto FerX di cui ad inizio marzo è stata presentata la bozza, ma senza un seguito. “Riteniamo indispensabile che il decreto sia operativo al più presto: fatta eccezione per gli incentivi alle CER, al momento non è operativo alcun meccanismo di sostegno alla produzione elettrica da rinnovabili”, ha ricordato Italia Solare in una lettera al ministro Pichetto Fratin.

E sempre Italia Solare, in relazione all’agrivoltaico, ha sottolineato che il blocco delle realizzazioni degli impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli (l’agrivoltaico) potrebbe determinare una perdita stimata in circa 60 miliardi di euro.

Almeno 45 miliardi di euro di investimenti privati diretti – 1 miliardo dei fondi PNRR perduti – a cui si aggiungono 2 miliardi di euro di mancati introiti derivanti dalle tassazioni IMU degli impianti, 11 miliardi di imposte e infine le sempre importanti compensazioni per i Comuni”, si legge in una lettera inviata alla Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

Fondamentale, in tal senso, l’intervento del Presidente della Repubblica, che ha suggerito delle modifiche al decreto finale, anche e soprattutto nella parte relativa al fovoltaico. Come riportato dal Sole 24 Ore, nella versione finale del decreto compare una specifica relativa alla salvaguardia degli investimenti e dei progetti approvati e finanziati nell’ambito del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr).

Si tratta di una sottolineatura molto efficace relativa proprio a uno dei punti caratterizzanti l’accordo finale, che aveva già salvaguardato, nella versione uscita dal Consiglio dei ministri, anche il capitolo sulle comunità energetiche rinnovabili, altro tassello su cui il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin aveva tenuto il punto.

Giornalista

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