Investire in fotovoltaico significa disporre di forniture certe e convenienti. Secondo il report di Italia Solare, i trend dei prezzi registrati nell’ultimo anno dimostrerebbero che sviluppare nuova capacità solare rappresenti il modo migliore per tutelarsi dalle oscillazioni di un mercato energetico ancora molto incerto.
Pianificare nuovi impianti rinnovabili mette al riparo da nuovi scossoni
Il prezzo dell’energia generata dal sole diventa sempre più competitivo, offrendo un paracadute non trascurabile per gli imprevisti che ancora potrebbero scuotere il mercato energetico nei prossimi mesi. A dirlo, è l’analisi di Italia Solare sull’andamento dei prezzi dell’elettricità, che mette in luce come, ora più che mai, sia indispensabile pianificare gli sviluppi di nuova capacità da fonte rinnovabile, integrandola nel sistema e nel mercato energetico, così da disporre di forniture certe e convenienti.
Solar captured-price diminuito del 20%
Il prezzo dell’energia fotovoltaica è diminuito sensibilmente negli ultimi mesi, raggiungendo in regioni come Sardegna, Calabria e Sicilia soglie inferiori ai 20€/MWh. Nelle ore di produzione da fotovoltaico, il prezzo registrato in borsa (e quindi “catturato” dagli impianti fotovoltaici stessi) è scontato del 20% rispetto alla media giornaliera, fatto che dimostra l’assoluta competitività dell’energia solare nel contesto attuale.
Possibile cannibalizzazione del prezzo
In prospettiva, anche a causa del rialzo del PUN, il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica, che si attesta tuttora intorno ai 157 €/MWh, circa il triplo di quello che era nel 2019 (52 €/MWh), la realizzazione degli impianti fotovoltaici, sia a livello residenziale sia a livello industriale, appare quindi molto conveniente. Ci si aspetta, tuttavia, un possibile cannibalizzazione del prezzo che porterebbe il solar captured-price a diminuire sensibilmente all’aumentare della potenza fotovoltaica installata. Il report di Italia Solare, in particolare, accende i riflettori sul futuro incerto determinato dall’oscillazione dei prezzi, la competizione con l’Asia per l’offerta di energia (in particolare Cina, Giappone, Sud Corea, India etc), e il cambiamento del prezzo delle quote CO2.
I prezzi della CO2
Il rialzo del PUN, avvenuto durante la seconda metà del 2021, è stato causato anche dal cambiamento del prezzo delle quote CO2 che, come si può osservare nel documento, è aumentato di 40 € circa tra aprile 2021 e dicembre 2021. Durante il 2022 tale prezzo è oscillato intorno agli 80 € per poi salire strutturalmente al di sopra di tale soglia durante il Q1 2023, sfiorando i 100 €, grazie ai segnali della ripresa economica europea. Negli ultimi mesi i prezzi dei futures dei permessi CO2 hanno addirittura superato i 100 €, raggiungendo i massimi storici.
Clean-spark spread superiore alla norma
Il clean-spark spread è un indicatore che rappresenta la differenza tra il prezzo dell’energia elettrica (in Italia il PUN) e i costi del gas e della CO2. Nel corso del 2022 il clean-spark spread è esploso, superando i valori relativi al secondo e al terzo trimestre del 2021.
Tale trend indica che i produttori termoelettrici hanno realizzato dei margini di guadagno superiori alla normalità. Nei primi mesi del 2023 il CSS si è notevolmente ridotto, rimanendo tuttavia in media più alto di 10-15 Euro/MWh rispetto ai valori pre-crisi.