Le più grandi centrali fotovoltaiche al mondo si trovano in Marocco. Questi mega progetti rappresentano, però, soltanto l’inizio dell’azione più ampia che il Paese potrebbe essere in grado di compiere sul clima.
Leader nella produzione di energia pulita
Il Marocco sta acquisendo la fama di leader in termini di transizione climatica. Con un potenziale altissimo di energia rinnovabile, che costituisce circa i due quinti della sua capacità elettrica, il Paese africano rivendica alcuni dei più grandi progetti di energia pulita del mondo.
Grazie all’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili, il Marocco ha compiuto passi da gigante nel percorso di decarbonizzazione iniziato a metà degli anni 2000, quando il Paese prese la decisione di portare avanti importanti progetti di trasformazione energetica, anche allo scopo di accrescere la competitività economica a livello regionale. Ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico è, infatti, tra le priorità dei leader politici marocchini.
La centrale di Noor-Ourzazate, alle porte del deserto
Già nel 2009 il Marocco aveva adottato un piano energetico ambizioso, che mirava a ridurre drasticamente le emissioni e a far sì che il 42% della capacità elettrica provenisse da fonti rinnovabili entro il 2020.
L’obiettivo ha incentivato l’ espansione sia dell’eolico che del solare nel decennio successivo, aumentando di 16 volte quella del solare fotovoltaico e di 6 quella del vento.
La costruzione del complesso Noor-Ouarzazate, la più grande centrale solare termoelettrica del mondo, una gigantesca distesa di specchi curvi distribuiti su 3.000 ettari (circa 25 chilometri quadrati) che sfruttano la radiazione solare, accumulandola sotto forma di sali fusi ad alta temperatura, poi utilizzati per produrre energia. Questo consente di generare elettricità anche nelle ore notturne.
Si tratta della prima fase di un progetto più ampio, il Noor Solar Project, sviluppato con l’aiuto del consorzio spagnolo TSK-Acciona-Sener. La centrale Noor Ouarzazate è, infatti, progettata per produrre da 125 a 160 MWp, mentre l’intero Noor Solar Project è pianificato per una produzione di 580 MWp.
Obiettivi green mancati e impegni rinnovati
Alla fine il Marocco, con una capacità rinnovabile sufficiente a produrre solo il 37% dell’energia del paese nel 2020, non ha raggiunto il suo obiettivo. Da quel momento il Paese si è impegnato a coprire con le rinnovabili il 52% del proprio fabbisogno energetico entro il 2030, con una riduzione del 42-46% delle emissioni di gas serra condizionata al sostegno internazionale ricevuto. Il mix proposto dovrebbe essere così suddiviso: 20% solare, 20% eolico e 12% idroelettrico.
Se da un lato l’energia solare, eolica e idroelettrica di cui dispone, potrebbero coprire interamente il fabbisogno energetico del Paese, dall’altro la posizione geografica lo rende molto vulnerabile all’impatto del cambiamento climatico e più dipendente dai combustibili fossili. Per far fronte ai crescenti consumi energetici, aumentati a un tasso medio annuo del 6,5% tra il 2002 e il 2015, il Marocco importa ancora la maggior parte della propria energia, generata principalmente da fonti fossili, in particolare il carbone. Il sostegno della Comunità Internazionale è dunque necessario affinchè il Marocco possa investire in progetti su scala più o meno ampia, volti ad accelerare il passaggio alle fonti rinnovabili e a rendere il Paese pienamente autonomo dal punto di vista energetico.