Arrivano le ali ‘made in Nerviano’ per la missione spaziale Hera, progettati da Leonardo.
I pannelli fotovoltaici
Sono italiani i pannelli fotovoltaici che serviranno per rivestire le 2 ali della sonda Hera, 3 per ciascuna. Il satellite verrà utilizzato dalla European Space Agency (ESA) per raggiungere l’asteroide binario Didymos, con un lancio previsto a ottobre 2024.
Le innovative tecnologie solari realizzate da Leonardo, sono state collaudate di recente, con test da poco completati nello stabilimento di Nerviano, in provincia di Milano.
I pannelli occuperanno una superficie totale di circa 14 metri quadrati, e sono già ‘qualificati’ e pronti per la missione, avendo superato condizioni di vuoto, come nello spazio, e avendo resistito a temperature da -100 °C a +140 °C.
Altre prove
Ma non è finita qui. Ci sono tante altre prove che hanno permesso di verificare il corretto funzionamento della sonda e dei suoi pannelli, partendo dal cosiddetto ‘flasher test’: illuminazione con una lampada per simulare la luce del Sole e controllare la potenza generata.
L’esame dell’elettroluminescenza invece, ha permesso di correggere ogni minima imperfezione delle celle fotovoltaiche, sottoposte in seguito al rumore di un subwoofer per collaudare la tolleranza allo stress del lancio, momento in cui la sonda e i pannelli vengono sottoposti a intense vibrazioni e forti rumori.
Infine, con il ‘deployment test’, si è riusciti a controllare che le ali e gli impianti solari fossero perfettamente funzionanti e agganciati al corpo del satellite.
Le difficoltà
Tra le difficoltà legate alla missione c’è quella di produrre abbastanza energia essendo comunque molto lontani dal Sole.
Secondo le previsioni, per mezzo dei pannelli si riuscirà a generare comunque una potenza di 800 watt, ma questo sarà tutto da vedere. Fino al lancio ufficiale della sonda, l’intero impianto verrà comunque conservato al sicuro.
Per Leonardo, Hera è già la terza missione ESA che richiede l’utilizzo del fotovoltaico per operare in condizioni di così scarsa illuminazione e a una distanza così elevata dai raggi, al fine di avere a disposizione più energia possibile per percorrere lunghe distanze. La sonda infatti, dovrà percorrere in questo caso oltre 450 milioni di chilometri.