Con lo sviluppo del fotovoltaico, emergono sul mercato soluzioni sempre più rivoluzionarie. Un esempio sono i pannelli solari in diamante, ma di cosa si tratta nello specifico? Come funzionano?
L’alternativa
In genere, per realizzare i pannelli solari si usano le celle di silicio, sia monocristalline che policristalline. Parliamo di un minerale che però di norma viene scartato alla fine della sua vita operativa, ovvero dopo 25-30 anni. Per recuperarlo, sono poi necessari dei processi ad elevata intensità energetica.
Le tecnologie fotovoltaiche tradizionali presentano dunque dei limiti, ed è per questo che si è alla ricerca di soluzioni sempre più originali, come l’utilizzo della perovskite.
Così facendo infatti, è possibile aumentare notevolmente la prestazione degli impianti. Ma un’altra alternativa piuttosto innovativa sono le celle in diamante.
I vantaggi e le proprietà del diamante
Si tratta di un prodotto che segna sicuramente una nuova fase nella ricerca incessante di nuovi sistemi solari. In questo caso, l’idea è sfruttare i vantaggi e le proprietà del diamante, noto per la sua resistenza all’usura, per l’alta capacità termica e per l’efficace conduzione dell’energia.
Ma come funzionano? I pannelli in questo caso possono essere realizzati direttamente dalla CO2 presente nell’atmosfera e dal CH4 (o metano), eliminando la necessità di passaggi di produzione che richiederebbero uno spreco dell’elettricità.
‘Deposizione chimica da vapore (CVD)’
Il metodo si chiama nello specifico ‘deposizione chimica da vapore (CVD)’. Con questa tecnica, cosiddetta di ‘sintesi’, si aggiunge dunque un deposito in forma gassosa su una superficie solida, per poi decomporsi mediante l’uso di azoto, idrogeno oppure ossigeno.
Sulla superficie, si crea così un sottilissimo film protettivo, che garantisce in seguito alle celle delle prestazioni superiori oltre che una protezione maggiore. Nel settore solare, questo processo potrebbe portare ad avere alla fine prodotti più efficienti dal punto di vista energetico e di alta qualità.
Le possibilità di sviluppo
Le possibilità di sviluppo di impianti così realizzati sono tutt’oggi piuttosto promettenti, con la consapevolezza che è possibile in questo modo sfruttare l’energia fotovoltaica residua che altrimenti verrebbe dispersa dall’ambiente, accelerando il recupero degli investimenti ed evitando gli sprechi.
Chissà se davvero l’utilizzo del diamante diverrà comune sul mercato. Di certo, non sfruttare le sue proprietà, che oltre un’alta conducibilità termica prevedono anche la rapida rimozione del calore in eccesso, sarebbe un errore che l’ingegneria solare non potrebbe permettersi.