Lo studio condotto sull’argomento dal ricercatore ENEA Giampaolo Caputo, insieme ai colleghi Irena Balog, Domenico Iatauro e Paolo Signoretti, è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Sustainability”.
Lo studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica “Sustainability”
Conoscere nel dettaglio le variazioni dei dati meteorologici e climatici in una data zona è fondamentale per lo sviluppo di soluzioni finalizzate al miglioramento delle prestazioni energetiche, in termini di efficienza e consumi. Non solo in termini spaziali, ma anche temporali.
Arrivare ad una frazione temporale sempre più piccola, “sub-oraria”, dei dati meteo-climatici a disposizione degli esperti può consentire un taglio significativo dei consumi e magari suggerire le dimensioni migliori dei sistemi di alimentazione, come nel caso degli impianti di fonti energetiche rinnovabili.
Uno studio condotto sull’argomento dal ricercatore ENEA Giampaolo Caputo, insieme ai colleghi Irena Balog, Domenico Iatauro e Paolo Signoretti, è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Sustainability”.
Downscaling temporale fino a un minuto
“La disponibilità di dati meteo-climatici ad elevata risoluzione temporale è essenziale nelle valutazioni del consumi energetici degli edifici perché l’energia necessaria per la climatizzazione estiva e invernale dipende fortemente dal contesto climatico”, ha spiegato in una nota Caputo.
A partire da una maggiore efficienza energetica e capacità degli impianti rinnovabili installati, ha proseguito il ricercatore dell’Enea, “siamo stati in grado di effettuare il downscaling temporale fino a un minuto di un tipico anno meteorologico per le principali variabili climatiche considerate nel bilancio energetico di un edificio e, in particolare, per la radiazione solare che dipende fortemente dalle condizioni del cielo (sereno o no) e nei giorni nuvolosi può passare da valori elevati a valori molto bassi in frazioni di minuto”.
I dati climatici a ridotta scala temporale potrebbero essere implementati anche per progettare sistemi di controllo degli impianti di climatizzazione più evoluti, ottimizzando l’uso dei sistemi di accumulo e delle fonti rinnovabili disponibili.
Stando ai dati riportati dall’Osservatorio ANIE Rinnovabili, in Italia, nei primi sei mesi del 2023, sono stati connessi in rete più di 180.200 impianti fotovoltaici.
Cresce il numero di impianti rinnovabili in Italia, ma non abbastanza
Gli impianti fotovoltaici nel nostro Paese sono saliti di 2.482 MW durante l’anno passato, corrispondenti ad un totale di 205.806 nuovi impianti, secondo il Report periodico del sistema Gaudi di Terna. Gli incrementi portano la capacità totale cumulata del fotovoltaico a quota 25.048 MW e il numero di installazioni complessive pari a 1.221.045 per l’anno 2022.
Ma le rinnovabili devono crescere ben di più se vogliamo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti da qui alla metà del secolo. Secondo lo studio “La filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart verso il 2030”, realizzato da Enel foundation con Althesys ed Elettricità futura, solo nel settore elettrico si stimano come necessarie nuove installazioni per 85 GW di nuovi impianti, portando l’energia pulita all’84% del mix elettrico nazionale.
Ma non solo, i dati meteo-climatici di cui si parla nello studio giocheranno un ruolo sempre più centrale nello sviluppo di soluzioni avanzate di efficientamento energetico e nello sviluppo di impianti di fonti rinnovabili dedicati alle esigenze degli edifici che si vogliono decarbonizzare (o net zero nativi).