I ricercatori ENEA, impegnati nello studio per il recupero e il riciclo delle materie prime critiche da prodotti della transizione energetica a fine vita, ad Ecomondo spiegano come valorizzare 18,3 kg di rifiuti hi-tech pro capite all’anno. L’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie ha, infatti, proposto un laboratorio in cui scoprire come riciclare minerali da pannelli fotovoltaici, pc ed altre apparecchiature elettroniche.
Stimolare il potenziale d’innovazione delle imprese
Materie prime critiche e tecnologie avanzate per recuperarle, sono i temi centrali affrontati quest’anno da Enea ad Ecomondo, la kermesse di Rimini, evento di riferimento per i players della transizione ecologica. Ad oggi, la maggior parte delle materie prime critiche, ossia quei minerali fondamentali per la realizzazione dei dispositivi elettronici che consentono la transizione energetica, viene importata quasi al 100% da Paesi extra europei. I ricercatori ENEA sono impegnati nello studio per il recupero e il riciclo di tali elementi da prodotti a fine vita. Lo spazio espositivo allestito a Rimini ha proprio lo scopo di stimolare il potenziale di innovazione delle imprese in questo settore.
MinieRAEE
L’esistenza di tecnologie d’avanguardia finalizzate al recupero delle materie prime critiche dimostra che un’alternativa sostenibile allo sfruttamento delle risorse non rinnovabili della terra è possibile. Pannelli fotovoltaici, PC, cellulari e altre apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) possono, infatti, diventare vere e proprie miniere, o MinieRAEE, come soprannominate dall’ENEA. L’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie propone un autentico laboratorio in cui scoprire come recuperare minerali da prodotti a fine vita, grazie a tecnologie e processi circolari. L’intento è spiegare come sfruttare nuovamente l’ oro, l’argento, il palladio e il rame presenti nei dispositivi e nelle schede elettroniche, ma anche come riciclare la plastica delle tastiere e di apparecchiature hi-tech.
18,3 kg di rifiuti Hi-tech procapite all’anno
Computer e altri strumenti elettronici dismessi vengono spesso considerati come un ingombro in casa, quando invece potrebbero diventare miniere da valorizzare. Si stima che ogni cittadino europeo produca in media circa 18,3 kg di rifiuti hi-tech l’anno, una ricchezza inestimabile se si considera che una moderna apparecchiatura elettronica contiene oltre 60 elementi della tabella periodica.