Secondo lo studio “Energy Transition Strategic Supply Chains. Industrial Roadmap for Europe and Italy” realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti, sviluppare filiere industriali europee e italiane strategiche per la transizione energetica, quali il fotovoltaico, le batterie e le pompe di calore, contribuirà al raggiungimento dei target di decarbonizzazione fissati da Bruxelles, con un ritorno socio-economico che potrebbe sfiorare i 640 miliardi di euro.
La roadmap della transizione per Europa ed Italia
Una nuova visione strategica che ponga al centro della transizione energetica, fotovoltaico, batterie e pompe di calore. Lo studio “Energy Transition Strategic Supply Chains. Industrial Roadmap for Europe and Italy” realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti evidenzia il gap esistente con i competitor internazionali, primo tra tutti la Cina, incitando gli Stati a sviluppare una base tecnologica e industriale integrata.
Un ritorno economico di 640 miliardi di euro
Produrre fotovoltaico e batterie in Italia e nell’UE è attualmente più costoso che in Cina, a causa dei maggiori costi di investimento, tempi di realizzazione degli impianti produttivi più lunghi, costo dell’energia più elevato, mancanza di specializzazione e integrazione (estrazione e raffinazione delle materie prime) nelle fasi a monte. Si stima che una serie di scelte strategiche potrebbero permettere all’UE e all’Italia di coprire, al 2030 – grazie alla produzione manufatturiera interna – oltre il 50% del proprio fabbisogno di pannelli fotovoltaici, circa il 90% della domanda di batterie e oltre il 60% di quella di pompe di calore, con un ritorno economico di 640 miliardi di euro al 2030.
Gli obiettivi Net Zero Industry Act
Lo Studio commissionato dal Think Thank in collaborazione con il colosso energetico, analizza la competitività e le opportunità per le filiere industriali in Europa e in Italia nei settori del fotovoltaico, delle batterie e delle pompe di calore, anche alla luce degli obiettivi fissati dalla Commissione europea attraverso il ‘Net Zero Industry Act’ (NZIA). L’Europa, infatti, entro il 2030 dovrebbe raggiungere i 30 GW annui di capacità produttiva per tutte le fasi della filiera fotovoltaica, nonché di almeno 550 GWh di capacità produttiva per la catena del valore delle batterie e 31 GW per le pompe di calore. Tuttavia, il raggiungimento di questi obiettivi richiede una rimodulazione dei fondi esistenti e lo sviluppo di un’ampia gamma di tecnologie lungo l’intera catena del valore: generazione rinnovabile, stoccaggio, trasmissione e distribuzione dell’energia.
Fotovoltaico, batterie e pompe di calore
Lo Studio si concentra su tre settori industriali chiave da qui al 2030: fotovoltaico, batterie e sistemi di accumulo, pompe di calore elettriche. Per quanto riguarda le tecnologie di produzione di energia, il maggiore incremento della capacità installata in Europa è previsto per il fotovoltaico, la tecnologia di generazione più economica tra quelle disponibili: si prevede che tra il 2021 e il 2030 l’UE registri un aumento di 432 GW per il solare, a fronte dei 323 GW per l’eolico. Nello stesso periodo in Italia è previsto un aumento di 58 GW per il solare rispetto ai 25 GW per l’eolico. Per quanto concerne, invece, batterie e sistemi di accumulo, fondamentali per supportare la penetrazione delle fonti alternative nei mix energetici nazionali, la capacità in UE dovrebbe crescere di 810 GWh entro il 2030 (oltre 10 volte l’attuale capacità di 76 GWh), mentre in Italia si prevede in crescita di 60-106 GWh (oltre 20-30 volte in più rispetto agli attuali 3,35 GWh). Sulla base di stime recenti della European Heat Pump Association (EHPA), 60 milioni di ulteriori pompe di calore dovrebbero essere installate entro il 2030 in Europa, passando da 17 milioni del 2021 ai 77 milioni nel 2030. In Italia si prevedono 10 milioni di pompe di calore in più installate entro il 2030, si passerebbe così dagli 1,6 milioni del 2020 a 11,6 nel 2030.