Abbinare la coltura di microalghe utilizzabili per scopi alimentari, farmaceutici e cosmetici, alla generazione di energia elettrica dal sole. È lo scopo dell’algovoltaico, che sbarca in Italia grazie alla collaborazione tra ENEA ed Enel Green Power
Il primo parco algovoltaico d’Italia
Un tecnologia che è in grado di abbinare energia elettrica da fotovoltaico con la produzione di microalghe per uso alimentare, cosmetico e farmaceutico. Il primo impianto “algovoltaico” in Italia è quello realizzato da ENEA, in collaborazione con Enel Green Power. Appena completato presso il Centro Ricerche ENEA di Portici (Napoli) e presentato a Zero Emission Mediterranean 2023, la manifestazione dedicata alle tecnologie green, in programma alla Fiera di Roma fino al 12 ottobre, consente una produzione annua di circa 30 chilogrammi di alghe essiccate a fronte di una superficie dei moduli di 40 mq e una potenza di 7 kWp (kilowatt picco).
La maggiore efficienza energetica delle alghe
L’impianto algovoltaico di Portici permette di coltivare microalghe a elevato valore commerciale, da 100 a 600 €/kg per uso farmaceutico o cosmetico, grazie a un sistema di coltura completamente automatizzato e integrato con l’impianto fotovoltaico. Viene da chiedersi, perché proprio le alghe? Le alghe, oltre all’indiscutibile valore ambientale dovuto all’elevato consumo di anidride carbonica, grazie alla maggiore efficienza fotosintetica
consentono di sfruttare l’energia proveniente dal sole meglio delle colture tradizionali.
Come funziona l’impianto algovoltaico
Il sistema prevede che le microalghe crescano in una soluzione acquosa all’interno di fotobioreattori, tubi trasparenti in vetro. Questi ultimi non vengono esposti direttamente al Sole, ma sono collocati sotto i moduli fotovoltaici, organizzati in due schiere verticali parallele e collegati tra loro in modo da creare una serpentina continua in cui circola il fluido. Grazie alla fotosintesi innescata dall’energia solare e al conseguente assorbimento dell’anidride carbonica, le microalghe crescono all’interno della soluzione fino a quando non raggiungono una densità e uno stato di maturazione tale da poter essere raccolte, attraverso una potente centrifuga che le separa dall’acqua.