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L’Aeroporto Milano Linate, nuovo vettore della transizione energetica

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All’interno dello strategico scalo milanese sarà costruito un impianto fotovoltaico, in un’area di nove ettari, la cui produzione stimata annuale, di oltre 10 Gigawattora (GWh), soddisferà in parte le esigenze dello stesso aeroporto.

Più di un classico hub del trasporto

L’Aeroporto di Milano Linate “Enrico Forlanini” (l’ottavo in Italia e il terzo della Lombardia per traffico di passeggeri) sarà un nuovo avamposto della transizione energetica.

A2A e SEA (il gestore del sistema aeroportuale milanese) hanno infatti siglato, secondo quanto riportato dall’ANSA, un importante accordo in materia di efficientamento energetico e decarbonizzazione. Con questo, si è definita la realizzazione di un impianto fotovoltaico dentro al complesso aeroportuale.

Il progetto, piuttosto ambizioso, ha tratto le proprie origini nel 2022, con la formalizzazione dell’acquisizione, da parte della stessa A2A, della Società Sea Energia. Si tenga conto che (dati Terna) nei primi otto mesi del 2024 – in Italia – si è registrato un incremento del 118% dei sistemi di accumulo superiori ai 50 Kilowatt (kW).

Verso una maggiore autonomia operativa dello scalo

L’infrastruttura – che dovrebbe essere operativa dal 2025 – sorgerà all’interno di un’area di circa nove ettari, nella zona nord-ovest dell’aeroporto. Il comunicato ufficiale ha anche aggiunto che la manutenzione dell’impianto, per nove anni, sarà affidata al Raggruppamento Temporaneo di Impresa A2A – Esapro.

Al di là degli aspetti logistici e amministrativi, il vero fulcro dell’operatività del sistema è posto nella scelta delle tecnologie. L’impianto a terra, in effetti, sarà impernianto su strutture a “inseguimento solare mono-assiale con moduli monocristallini, bi-facciali e antiriflesso ad alta efficienza“.

Le stime hanno previsto una produzione di oltre 10 Gigawattora (GWh) di ‘energia verde’ all’anno. Addirittura, il 20% del fabbisogno complessivo dello scalo sarà soddisfatto direttamente dagli approviggionamenti in loco, in linea con il paradigma della ‘decentralizzazione energetica’.

In più, ci sarà il contributo al risparmio di circa 5mila tonnellate annue di C02. In proporzione, l’equivalente di quanto riesce a catturare una foresta di conifere estesa per oltre 160 ettari.

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