Il sistema energetico italiano ha un’elevata efficienza energetica ed economica: l’intensità energetica, espressa in termini di consumo interno lordo di energia per unità di PIL, è tra le più basse nei principali Paesi Europei. Lo studio dell’Ispra.
Crescono le fonti rinnovabili per quota di consumo interno lordo in Italia. Il Report Ispra
In Italia, il fabbisogno di energia per unità di prodotto interno lordo (Pil) si riduce del 23,4%, mentre le emissioni di gas serra per la stessa unità si riducono del 32%.
In più, sul fronte delle fonti energetiche rinnovabili l’Italia è seconda solo alla Svezia, all’interno dell’Unione europea, in termini di quota di consumo interno lordo di energia da fonti rinnovabili.
La quota nazionale di energia rinnovabile rispetto al consumo interno lordo è pari a 19% nel 2022, mentre la media Europea è pari a 18,4%.
È quanto emerge dagli indicatori energetici ed economici in relazione alle emissioni di gas a effetto serra e al consumo di energia nell’edizione 2024 del Rapporto ISPRA dal titolo “Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European countries”.
Andando ad esaminare i dati, il sistema energetico italiano ha un’elevata efficienza energetica ed economica: l’intensità energetica, espressa in termini di consumo interno lordo di energia per unità di PIL, è tra le più basse nei principali Paesi Europei, 83,5 Tonnellate Equivalenti Petrolio (tep) contro 98,3 tep dei 27 Paesi dell’Unione Europea nel 2022.
Giù le emissioni inquinanti nei principali settori produttivi nazionali
Di pari passo, diminuiscono dal 2005 le emissioni di gas serra per unità di energia consumata in tutti i principali settori produttivi: -7,8% per l’agricoltura, -10,4% per l’industria e -22,6% per i servizi.
Il consumo interno lordo di energia è dato dalla somma dei quantitativi di fonti primarie prodotte, di fonti primarie e secondarie importate e dalla variazione delle scorte di fonti primarie e secondarie presso produttori e importatori, diminuita delle fonti primarie e secondarie esportate.
Tornando al ruolo delle fonti energetiche pulite, il confronto degli andamenti delle emissioni di gas serra e del PIL mette in risalto il disaccoppiamento tra emissioni ed economia, sebbene inferiore a quello registrato negli altri Paesi.
Nel periodo 1995-2022, infatti, alla crescita dell’economia è corrisposta una diminuzione delle emissioni. A giocare un ruolo fondamentale, la sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio, avvenuta principalmente nel settore della produzione di energia elettrica e nell’industria, unita all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili.
Nei primi otto mesi dell’anno +5GW di capacità rinnovabile
Nei primi otto mesi del 2024, secondo stime Terna aggiornate ad agosto, la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 4.825 MW (di cui 4.350 MW di fotovoltaico).
Tale valore è superiore di 1.237 MW (+34%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel dettaglio, la nuova capacità in esercizio del fotovoltaico si sta progressivamente spostando verso impianti grid scale.
Nel solo mese di agosto, le fonti rinnovabili hanno coperto il 40,5% della domanda elettrica (era 43,7% ad agosto 2023). In crescita anche la fonte idrica (+9,4%) e fotovoltaica (+15,1%); l’incremento della produzione del fotovoltaico (+564 GWh) è dovuto al contributo positivo dell’aumento di capacità in esercizio (+848 GWh) che ha compensato il minor irraggiamento (-284 GWh). In diminuzione la fonte eolica (-47,7%, causata da scarsità di vento) e geotermica (-2,3%).