La fetta principale è rappresentata dal solare fotovoltaico (33,62 GW pari a 1.763.977 impianti, +22,8% su giugno 2023), seguito dall’idrico rinnovabile (21,59 GW per 4.875 impianti, +0,1%), dall’eolico (12,70 GW per 6.109 impianti, +4,8%) e 4,93 GW da bioenergie e geotermoelettrico (+10,4%). I dati dell’Osservatorio della transizione verde de Il Sole 24Ore.
In Italia 1.778.194 impianti di fonti rinnovabili per 72,94 GW
Crescono in Italia le fonti energetiche rinnovabili. Nonostante i tentennamenti del Governo in carica e i cambiamenti che sono già avvenuti e che sicuramente avverranno in diversi Paesi europei dopo il voto dell’8 e 9 di giugno, le fonti pulite e rinnovabili continuano a ricevere investimenti e sostegno dai mercati, nonché il favore dell’opinione pubblica e dei cittadini consumatori.
In base ai dati diffusi dall’Osservatorio della transizione verde de Il Sole 24Ore e riportati nell’articolo di Celestina Dominelli, secondo i dati di Terna, a fine giugno 2024 si registravano nel nostro Paese 72,84 gigawatt di potenza installata da fonti rinnovabili distribuiti tra 1.778.194 impianti.
La fetta principale è rappresentata dal solare fotovoltaico (33,62 GW pari a 1.763.977 impianti, +22,8% su giugno 2023), seguito dall’idrico rinnovabile (21,59 GW per 4.875 impianti, +0,1%), dall’eolico (12,70 GW per 6.109 impianti, +4,8%) e 4,93 GW da bioenergie e geotermoelettrico (+10,4%).
Rispetto all’anno passato c’è un incremento di 3,7GW, quindi del 10,4% sul dato di giugno 2023.
Una strada ancora in salita e servono più risorse finanziarie
Secondo l’Osservatorio, questo trend, se confermato, ci consentirebbe di portare a fine 2024 l’incremento a 10 GW di potenza installata in più sull’anno passato.
Un percorso ancora in salita, soprattutto per noi, che non abbiamo mai avuto Governi davvero decisi a promuovere le energie pulite, se non a ruota delle decisioni prese altrove, come a Bruxelles.
Di fatto però, servono almeno 20 miliardi di euro da qui al 2030 per centrare gli obiettivi del Pniec, a cui vanno aggiunti altri 8 miliardi di euro per lo sviluppo dell’eolico offshore e 5,4 miliardi di euro per lo sviluppo delle tecnologie necessarie.
Nonostante le barriere continuamente frapposte tra i cittadini e le fonti pulite rinnovabili, i ritardi burocratici e le lungaggini autorizzative, sono tantissimi i progetti in campo e quelli annunciati: e richieste di connessione al 30 giugno ammontano a 5.930 istanze per oltre 341 gigawatt di potenza, di cui 150,29 GW rappresentati dal solare (il 44,03% pari a 3.805 pratiche), 106,74 GW per l’eolico onshore (il 31,27% del totale, vale a dire 1.992 richieste) e 84,30 GW per l’eolico offshore (133 istanze, il 24,70% del monte complessivo).
Crescono gli investimenti italiani in rinnovabili, +166% nei sistemi di accumulo
Stando ai dati del recente Irex Annual Report 2024 di Althesys, gli investimenti in progetti di impianti a fonti rinnovabili sono quasi raddoppiati a 80 miliardi nel 2023, contro i 41 miliardi del 2022.
Come conseguenza di questo dato e di quelli sopra riportati, con l’introduzione del nuovo disegno di mercato elettrico dell’Unione europea, le bollette elettriche potrebbero beneficiare della riduzione del costo della materia prima, grazie ai contratti per differenza che l’Italia adotterà per le nuove installazioni.
Le iniziative rilevate dal rapporto Irex sono 1.180 (+23% sul 2022 e +170% sul 2021), per una potenza di 50,9 GW.
L’attenzione dei player rimane prevalentemente in Italia: sono il 96% del totale, con l’agrivoltaico arrivato a 368 iniziative, primo per potenza, avendo raggiunto i 15,8 GW e 14 miliardi, mentre il fotovoltaico, in testa come numero di operazioni, ha registrato 12,6 GW e 10,4 miliardi di euro.
L’eolico onshore con 254 iniziative segna un valore di 19,2 miliardi per 14,1 GW. L’eolico offshore conta poi 12 operazioni per 8,4 GW e 28,1 miliardi, mentre gli investimenti complessivi per i sistemi di accumulo passano da 3,2 a 8,2 miliardi, per una crescita sostenuta del +166%.
La taglia media degli impianti scende da 48 MW nel 2022 a 44, mentre aumentano le operazioni inferiori a 10 MW, il cui peso sale dal 16% al 30% del totale.
I dati del GSE
Poi ci sono i dati riportati dal Gestore Servizi energetici, che stimano di una produzione da rinnovabili, immessa nel sistema elettrico, di 112,7 TWh, che ha determinato un incremento del 9% rispetto al 2022, ovvero circa 15 TWh.
Quale la ragione? Soprattutto lo sviluppo del fotovoltaico, con una crescita del 10,6% (+2,9 TWh), e dell’eolico, pari al 15% (+3 TWh).
In generale dunque, le elevate percentuali di entrambe le fonti hanno prodotto rispettivamente 30,6 TWh e 23,4 TWh.
Grazie alle rinnovabili i costi scendono
In termini di costi, lo studio offre anche qualche previsione di scenario per il 2024, con i prezzi delle materie prime per la costruzione degli impianti eolici che vedranno variazioni differenziate: in aumento alluminio e rame, in calo i materiali ferrosi, stabile il cemento per le fondazioni.
Gli effetti saranno una discesa del costo dell’elettricità livellato o LCOE (Levelized cost of electricity) più contenuta per l’onshore (nulla o fino al 5%) e più marcata per l’offshore (-10%/-15%).
Per il fotovoltaico le pressioni sulla componentistica dovrebbero portare a ulteriori ribassi, con il costo dei moduli in calo del 10-15%.