Arriva in Veneto un impianto per il trattamento e il recupero dei vecchi pannelli fotovoltaici.
Il trattamento e il recupero dei pannelli a fine vita
Considerando che la vita media di un pannello solare non supera i 25-30 anni, e che tale vettore energetico è in continua crescita in tutto il mondo, nel prossimo futuro servirà smaltirne un enorme quantità. Ma come?
Ad oggi, le soluzioni per il trattamento dei rifiuti fotovoltaici disponibili sul mercato sono antieconomiche, e non valorizzano tutti i materiali contenuti in questi rifiuti elettronici. Esistono diverse apparecchiature focalizzate sul recupero del vetro, ma poche per quanto riguarda le altre frazioni, come celle di silicio o nastri di rame.
Ma il Gruppo Veritas, 9-Tech e Haiki Mines sono adesso pronti a presentare il loro nuovo impianto per il trattamento e il recupero di pannelli a fine vita, che sarà realizzato a Porto Marghera, nel comune di Venezia.
2.500 tonnellate di materiali preziosi
Grazie a questa nuova infrastruttura, sarà possibile trattarne 3.000 tonnellate all’anno, recuperando circa 2.500 tonnellate di materiali preziosi, come l’alluminio.
Il lavoro avrà inizio con una linea di smontaggio pienamente automatizzata e dotata di capacità di riconoscimento, per distinguere le differenti forme e tipologie di impianto solare.
Poi, si passerà a un trattamento termomeccanico, brevettato dall’azienda 9-Tech e in grado di separare perfettamente le componenti costitutive degli stessi pannelli, sempre al fine di ricavarne e conservare materie prime importanti e anche rare, come per esempio l’argento.
Ridurre l’impatto ambientale
L’obiettivo dell’intero progetto non è solo promuovere il riciclaggio e il riutilizzo di alcuni materiali come pratiche per un futuro più sostenibile, ma anche ridurre l’impatto ambientale derivante dallo smaltimento dei pannelli fotovoltaici, sostenendo tecnologie all’avanguardia e caratterizzata da un’elevata efficienza energetica.
Haiki Mines, in particolare, è una controllata al 100% del Gruppo Innovatec, che ha da sempre promosso l’utilizzo di metodi innovativi per recuperare quanti più elementi chiave possibili dai prodotti non più utilizzabili, garantendo un importante passo in avanti nell’attuazione dei principi dell’economia circolare.
Un rapido adeguamento tecnologico
Questo anche perché, la domanda globale di materiali riciclabili è destinata a crescere in modo significativo nei prossimi anni, con un aumento determinato dall’espansione delle nuove installazioni fotovoltaiche e dai rischi che incombono sulle forniture di materie prime critiche.
Già nel 2030, il valore di mercato di queste componenti dovrebbe superare i 2,7 miliardi di dollari, per poi arrivare nel 2050 a 80 miliardi. Ma per consentire uno sviluppo sempre più crescente, servirà anche un rapido adeguamento tecnologico, per favorire la costruzione di un sistema industriale maturo e più sostenibile.