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Petrolio, Venezuela: dall’OPEC, la richiesta di maggiori investimenti

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Il segretario generale dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), Haitham al-Ghais, ha invitato il Venezuela ad aumentare gli investimenti, sia sul petrolio che in relazione alle altre fonti di energia.

Il monito dell’Opec

Il segretario generale dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), Haitham al-Ghais, ha invitato il Venezuela ad accrescere gli investimenti sul petrolio e in generale sull’energia. Lo ha detto in un’intervista, all’emittente televisiva Telesur, mentre era in visita nel Paese sudamericano.

Insieme a Delcy Rodríguez (seconda carica venezuelana e Ministro del Petrolio), il segretario generale ha inoltre esaminato le proiezioni sui mercati energetici globali, oltreché le logiche interne all’Opec, con i suoi 12 Membri. L’Opec infatti è arrivata a controllare il 35% della produzione mondiale di greggio e circa il 70% delle riserve petrolifere globali.

In secondo luogo, si è soffermato sugli interventi che il Venezuela dovrebbe effettuare, alla luce dell’attuale momento geopolitico. La seconda fase del conflitto russo-ucraino e l’instabilità dell’Asia Occidentale hanno infatti ridefinito il ruolo di Caracas e del quadrante regionale di riferimento.

Quanto contano le sanzioni

Il Venezuela, in effetti, soprattutto negli ultimi due lustri si è confrontato con degli equilibri molto delicati. La situazione internazionale (leggasi l’ostilità statunitense e le sanzioni) ha infatti acuito talune asimmetrie interne. Le conseguenze si sono rifletture sia al livello dei rapporti di produzione, che sui margini di manovra dell’agenzia nazionale PDVSA.

Gli squilibri nell’estrazione del valore, poi, non hanno certamente permesso di ottimizzare la ricchezza prodotta. Anche per questo, il Governo di Caracas ha cercato un supporto esterno, favorendo accordi con varie multinazionali del settore. Per esempio con la BP, ma anche la Repsol. Dall’allentamento, eventuale, delle sanzioni si potrebbe costruire un altro scenario.

Se l’è augurato lo stesso al-Ghais, secondo cui Caracas disporrebbe di tutte le potenzialità per compiere dei decisi passi in avanti. Dal petrolio, al gas naturale, la domanda globale degli idrocarburi (come pure del carbone) è destinata ad aumentare, sebbene in misure differenti.

Una questione di percentuali

Il segretario dell’Opec ha parlato di questi temi all’interno dell’intervista, soffermandosi sui numeri e sulla necessità che si promuova una differenziazione interna alle diverse forniture. Le stime sul petrolio hanno previsto – nel solo 2024 – una crescita della domanda pari al 2,9%. Quest’ultima fonte fossile, per altro, dovrebbe continuare a catturare almeno il 30% della matrice energetica mondiale.

Da qui al 2050 avremo bisogno del 25% in più di energia, quindi un’unica fonte non farà prosperare il mondo in tutto ciò di cui ha bisogno“, ha dichiarato al-Ghais. “Una delle sfide in cui ci siamo imbattutti è stata la mancanza di investimenti per soddisfare la domanda e l’aumento della popolazione mondiale“.

E ha aggiunto, rimarcando la necessità che il Venezuela dia il proprio apporto: “Il Mondo avrà bisogno di molta più energia, in ogni sua forma. D’altronde, le industrie hanno mantenuto una proiezione molto forte, verso un rafforzamento dei loro volumi globali, nel futuro prossimo“.

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