La Russia aveva detto all’OPEC di voler esportare meno petrolio, anche se in realtà sta facendo proprio il contrario. Tale quadro emerge da alcuni dati forniti da Bloomberg.
Le spedizioni di petrolio russo
Bloomberg comunica che le spedizioni di petrolio russo stanno aumentando invece che diminuire, raggiungendo adesso quasi 4 milioni di barili al giorno. Si tratterebbe del livello più alto mai avuto da maggio dello scorso anno, almeno da quando Mosca aveva comunicato di voler diminuire le proprie esportazioni di 121.000 barili.
Dallo scoppio della guerra in Ucraina dunque, sembra che il Paese abbia vissuto un’enorme crescita economica, tanto che il Fondo Monetario Internazionale ha parlato di un prodotto interno lordo aumentato. Di certo questo non è quello che avrebbero voluto Stati Uniti ed Europa, ma come cambiare la situazione?
L’importanza del combustibile
Per la stabilità economica dello Stato è sempre stata evidente l’importanza del combustibile, e l’intenzione di voler consolidare sempre di più le entrate. Questo, ancor di più dopo che l’Ue ha deciso di non essere più uno dei suoi clienti, spingendo il presidente Putin a cercare altri acquirenti altrove.
Con il tempo la Russia ha sempre più sviluppato rapporti commerciali significativi con l’Asia, e in particolare con la Cina, attraverso accordi di fornitura a lungo termine e partnership strategiche. Lo stesso è avvenuto anche con il Medio Oriente, da sempre ricco di risorse petrolifere.
37 miliardi di dollari
Secondo il Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA), Mosca ha raggiunto nel 2023 il record assoluto di vendita di petrolio greggio all’estero, a dimostrazione di come l’Occidente, che credeva di aver intaccato le fonti di guadagno per il Cremlino con le sue decisioni, in realtà sembra non esserci riuscito.
Si parla nello specifico di 37 miliardi di dollari di combustibile venduto e, sui dati esposti nel rapporto CREA, si legge quanto nei Paesi che hanno imposto sanzioni a Putin, circoli almeno il 3% di prodotti petroliferi ottenuti a partire dal carburante russo, e pari dunque a circa 8,5 miliardi di euro.
Che fine hanno fatto i tagli alla produzione?
Ma in tale quadro ci si chiede, che fine hanno fatto i tagli alla produzione? L’Opec+ li ha estesi lo scorso mese fino alla metà del 2024, sempre secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg.
La ragione della decisione? Evitare un surplus di produzione togliendo almeno 2 milioni di barili al giorno nel mercato, e questo sarebbe dovuto valere anche per la Federazione Russa, ma così non è stato. Come evolverà la situazione?
Gli obiettivi green sulla transizione potrebbero in un certo senza essere minacciati, dando l’idea di una situazione piuttosto preoccupante, considerando che si dovrebbe andare verso il graduale abbandono delle fonti fossili, e non viceversa.