Rallenta la crescita della domanda globale di petrolio, a causa di un raffreddamento dell’economia cinese. Il prezzo del petrolio è sceso sotto i 70 dollari al barile e nel 2025 non vi sarà una ripresa. L’IEA stima che la domanda di petrolio smetterà di crescere entro il 2030 e che il primato sarà indiano.
Il report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia
Secondo l’Oil Market Report di settembre dell’IEA, il consumo mondiale di petrolio è aumentato di soli 800 mila barili al giorno (lo 0,07%) nel primo semestre del 2024, appena un terzo dello stesso periodo dello scorso anno. È il tasso più basso dalla pandemia del 2020.
Nello stesso periodo, il prezzo del petrolio è sceso sotto i 70 dollari al barile, segnando il record minimo da fine 2021.
La produzione di greggio da parte del Paesi OPEC è scesa a 27,37 milioni di barili al giorno ad agosto, con una diminuzione di 70 mila barili al giorno rispetto al mese precedente (il 7,2%).
Nei Paesi non OPEC, invece, la produzione giornaliera di petrolio è aumentata di 150 mila barili al giorno ad agosto, raggiungendo i 70,55 milioni di barili al giorno.
Sono questi i dati analizzati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, che corregge lievemente il tiro rispetto al rapporto di agosto, prevedendo che la domanda mondiale di petrolio sarà di 103 milioni di barili al giorno nel 2024 (+900 mila barili al giorno) e di 103,90 milioni di barili al giorno nel 2025 (+950 mila barili al giorno).
La situazione cinese
A incidere sul crollo dei dati è principalmente la situazione della Repubblica Popolare Cinese.
In Cina, a luglio, la richiesta di greggio è diminuita per il quarto mese consecutivo, calando di 280 mila barili al giorno (l’1,7%). È il dato più basso degli ultimi due anni e manifesta chiaramente un crollo del consumo, soprattutto se paragonato all’aumento del 96% del 2023.
Secondo il rapporto, a fine 2024, la domanda cinese aumenterà di soli 180 mila barili al giorno (l’1,1%).
Sono due i fattori che hanno determinato a riduzione del consumo di greggio della Repubblica Popolare: la diffusione crescente dei veicoli elettrici da un lato e lo sviluppo di una vasta rete nazionale di treni ad alta velocità – che ha ridotto l’utilizzo dei voli nazionali – dall’altro.
Per dare un’idea di quanto pesi il consumo di petrolio cinese a livello globale, l’IEA ricorda che nell’ultimo decennio l’aumento annuale della domanda cinese di petrolio ha raggiunto una media di oltre 600 mila barili al giorno, rappresentando oltre il 60% dell’aumento medio mondiale.
Un futuro asiatico
“Entro il 2030, la crescita della domanda di petrolio si arresterà”, si legge del Report IEA. Negli ultimi anni infatti in tutti i continenti il consumo di petrolio è rimasto basso.
Analizzando i dati, l’IEA ha rilevato che in 10 anni (tra il 2013 e il 2023) in Africa la domanda di greggio è cresciuta di soli 380 barili al giorno, l’equivalente di soli 8 mesi della Cina; in Medio Oriente è cresciuta di meno di 10 mesi cinesi e in sud America è rimasta invariata.
Nessun Paese potrà quindi sostituire la Cina come motore della crescita della domanda globale di petrolio, ma è interessante la posizione dell’India. Questa economia emergente a fine 2024 potrebbe attestarsi come il Paese con il maggior consumo di petrolio durante l’anno, rappresentando quasi la metà del consumo dei Paesi asiatici.
Ad avere il primato della domanda futura di petrolio sarà quindi, nuovamente uno Stato dell’Asia, anche se l’India non raggiungerà i livelli che la Cina ha garantito negli ultimi 20 anni.