Il report di agosto dell’agenzia Internazionale per l’Energia conferma che la domanda di petrolio per il 2024 sarà invariata e che diminuirà nel 2025. A causare questo decremento è la diminuzione della richiesta cinese.
Il report IEA
Il report di agosto 2024 dell’Agenzia internazionale per l’Energia conferma le stime di incremento della domanda di petrolio per il 2024 ma assottiglia quelle per il 2025.
La stima della domanda giornaliera per il 2024 indicata è in aumento di 970 mila barili (contrariamento ai 974 mila indicati nel rapporto di luglio). Per quanto riguarda il 2025, la stima di aumento della domanda sarà di 953 mila barili, invece di 979 mila stimati a luglio.
La domanda giornaliera del 2024 si attesta così a 130,1 milioni di barili al giorno e quella del 2025 a soli 104 milioni di barili.
Da cosa dipende la variazione?
L’IEA spiega che è in corso un cambiamento significativo nei fattori trainanti la domanda di greggio.
Il secondo trimestre 2024 è stato caratterizzato da un aumento della domanda giornaliera di 870 mila barili a causa dei maggiori consumi statunitensi – dove si consuma un terzo della benzina di tutto il mondo – e alla maggiore richiesta di carburanti industriali e prodotti petrolchimici da parte di Europa e Asia, soprattutto a Singapore.
Di conseguenza, il consumo di petrolio dell’OCSE è passato da una contrazione annua di 300 mila barili al giorno nel primo trimestre del 2024 a una crescita di 190 mila barili al giorno nel secondo trimestre.
All’aumento di richiesta da parte dei Paesi OCSE, segue una diminuzione di richiesta da parte dei Paesi non OCSE, in particolare della Cina, primo importatore e secondo consumatore di petrolio al mondo.
La domanda cinese
A giugno, la domanda cinese di petrolio si è contratta per il terzo mese consecutivo, e i dati preliminari indicano un’ulteriore diminuzione a luglio, poiché le importazioni di petrolio greggio sono scese al livello più basso da settembre 2022.
La domanda cinese, nello specifico dovrebbe diminuire a circa un terzo nel 2024, rispetto a poco più di due terzi rilevati nel 2023.
Tale calo riflette una decelerazione dell’attività edilizia e manufatturiera, nonché “una pausa nell’inarrestabile espansione del settore petrolchimico del Paese” secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia.
Presente e futuro del mercato petrolifero
A oggi, l’offerta di petrolio fatica a tenere il passo con il picco della domanda estiva, portando il mercato in deficit e causando una sofferenza delle scorte globali. Dopo quattro mesi di accumulo, a giugno le scorte petrolifere sono scese di 26,2 milioni di barili, attestandosi a 40,9 milioni.
Contemporaneamente, i prodotti petroliferi sono aumentati di 14,8 milioni, sostenuti dall’aumento del GPL statunitense. I dati preliminari indicano che questa tendenza è continuata anche a luglio, con una diminuzione delle scorte totali a causa di un aumento dei prodotti petroliferi.
Questo circolo vizioso sta comprimendo i margini delle raffinerie, con il rischio di le basi per uno sconvolgimento e uno spostamento dell’attività delle raffinerie per tutto il 2024.
La concorrenza sui mercati petroliferi non accenna quindi ad arrestarsi.