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Petrolio, Aramco aumenta i prezzi di 0,3 dollari al barile

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Aramco sta aumentando i prezzi del petrolio greggio per il mese di maggio di 0,3 dollari al barile, in particolare per i propri clienti orientali. Questo avviene durante un periodo in cui c’è scarsa offerta e in un mondo che sta cercando di rendersi sempre più indipendente dai combustibili fossili.

Aumento dei prezzi

L’aumento dei prezzi del petrolio greggio di 0,3 dollari al barile (0,28 centesimi in euro) avviene in un momento storico molto particolare, in cui l’offerta del combustibile è scarsa, e si sta tentando di sostituirlo gradualmente con carburanti più green. Eppure, fino allo scorso mese c’è stato un ribasso del costo e pesanti tagli alla produzione.

È chiaro che da un lato, il gigante saudita vorrebbe aumentare i propri successi e guadagni economici nel settore; dall’altro però, forse come atto di greenwashing o per non suscitare ulteriori critiche, lascia intende di voler frenare la ricerca su questo ambito, o almeno sembrava così a febbraio.

Dinnanzi a tale posizione controversa le domande sono tante e le risposte poche. Di certo c’è che per il secondo mese consecutivo, l’Arabia Saudita sta aumentando il prezzo ufficiale di vendita dell’Arab Light, un tipo specifico di petrolio greggio estratto dal Medio Oriente. Secondo le previsioni, il carburante potrà anche giungere a 95 dollari, salvo imprevisti.

Cosa succederà

Cosa succederà ancora non possiamo saperlo, soprattutto perché questo genere di mercato è soggetto a continue fluttuazioni. A New York, per esempio, il prezzo è sceso fino a 83,13 dollari, con quotazioni che perdono lo 0,90%.

Il greggio Wti, invece, è arrivato a 86,56 dollari al barile (+0,15%), mentre il Brent sta salendo adesso a 90,57 dollari (+0,21%). In riferimento all’Arab Light, estratto in particolare dai Paesi membri dell’OPEC, parliamo di un combustibile che è sempre stato oggetto di maggiore interesse, per la sua alta qualità e il basso contenuto di zolfo.

Il prodotto più scambiato al mondo negli ultimi decenni.

Il carburante è anche altamente desiderabile per la raffinazione di benzina, diesel e carburante per aviazione, e ha da sempre rappresentato una delle principali fonti di reddito per i Paesi medio-orientali. La speranza è che con il tempo però, ci si possa allontanare del tutto dalle fonti fossili, anche se il petrolio greggio risulta ancora il prodotto più scambiato al mondo negli ultimi decenni.

L’Arabia Saudita poi, è al primo posto tra le Nazioni esportatrici, con il 16,2% del totale a livello mondiale e per un valore pari a circa 236 miliardi di dollari, almeno così era nel 2022. Seguono poi la Russia, il Canada, gli Stati Uniti, l’Iraq, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait, la Norvegia, la Nigeria e il Kazakistan.

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