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Il Venezuela potrebbe cambiare gli equilibri geopolitici del petrolio

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Con la revoca delle sanzioni, le riserve petrolifere e gassifere del Venezuela fanno gola a diverse compagnie energetiche internazionali. Tra queste, ENI e Repsol, sarebbero già in trattativa, secondo Bloomberg, con la statale Pdvsa.

L’accordo tra ENI e Petróleos de Venezuela Sa

La decisione dell’amministrazione Biden di revocare alcune delle sanzioni imposte al Venezuela nel settore del petrolio, potrebbe determinare un nuovo corso per l’industria fossile dell’America Latina. In particolare, in prima fila tra le principali compagnie petrolifere internazionali interessate ad una potenziale riapertura al mercato del Venezuela di Maduro, ci sono Eni e Repsol. Le due società stanno, infatti, attualmente definendo i dettagli per siglare un contratto con la compagnia statale Petróleos de Venezuela Sa (Pdvsa). Secondo quanto riportato da Bloomberg, un accordo potrebbe essere raggiunto già entro la fine dell’anno. 

La riserva più grande del mondo

Con circa 303 miliardi di barili e oltre 5 miliardi di piedi cubi di gas naturale, il Venezuela può fare la differenza negli equilibri del mercato internazionale. Si tratta, infatti, di uno dei più grandi giacimenti di gas offshore del Sudamerica, la riserva energetica di combustibili fossili più grande a livello mondiale. 

Le compagnie petrolifere del Venezuela

Delle numerose compagnie petrolifere del Paese sudamericano, Eni ne gestisce cinque, mentre Repsol ne gestisce quattro. In discussione, c’è anche la possibile estensione dell’accordo “petrolio-per-debito”, che ha lo scopo di fornire prodotti raffinati a Pdvsa e aumentare le forniture di petrolio all’Europa.

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