Secondo il Global Carbon Budget 2023, elaborato dall’Università di Exeter, nel Regno Unito, quest’anno le emissioni di CO2 aumenteranno dell’1,1% rispetto al 2022 e dell’1,4% sul 2019, anno prepandemia. L’India mette a segno un triste primato, +8%, l’Unione europea al contrario riduce le sue emissioni del 7,4%. I dati del Report britannico.
I dati dell’edizione 2023 del Global Carbon Budget Report
Quest’anno ci possiamo attendere un ennesimo incremento delle emissioni di diossido di carbonio (CO2) a livello mondiale. Nonostante tutti gli avvertimenti da parte della comunità scientifica, i tanti annunci di imprese e mondo della politica e le varie conferenze globali sull’estremizzazione del clima e il surriscaldamento del pianeta, non riusciamo a tagliare l’inquinamento legato al consumo di combustibili fossili (petrolio, gas naturale e carbone soprattutto).
Secondo il Global Carbon Budget 2023, elaborato dall’Università di Exeter, nel Regno Unito, quest’anno le emissioni di CO2 aumenteranno dell’1,1% a 36,8 miliardi di tonnellate.
Un dato che è anche più alto dell’1,4% rispetto al 2019, anno di riferimento prima della pandemia (quando i blocchi di gran parte delle attività sociali, economiche e produttive hanno ridotto sensibilmente le emissioni di gas serra).
Secondo la ricerca, condotta con il contributo dell’Università dell’East Anglia, del Centro CICERO per la ricerca internazionale sul clima, dell’Università Ludwig-Maximilian di Monaco e di altre 90 istituzioni in tutto il mondo, aggiungendo anche le emissioni provenienti dall’azione umana di deforestazione in diverse aree del mondo, il totale di CO2 immessa in atmosfera entro la fine dell’anno dovrebbe essere pari a 41 miliardi di tonnellate.
Un dato deprimente, in termini di impegni presi e di transizioni energetiche ed ecologiche in corso: “Si tratta di una specie di altopiano di inquinamento che ormai le economie globali hanno raggiunto in questo anni e da cui sarà difficile scendere”.
India Paese superinquinante, bene l’Europa
Lo studio ha calcolato un incremento delle emissioni di CO2 dovute al petrolio del +1,5% per l’anno in corso, al carbone del +1,1% e al gas naturale dello +0,5%.
Nessuno si sta impegnando nell’eliminazione dei questi inquinanti dall’aria che respiriamo?
Non proprio. Secondo i ricercatori, c’è chi inquina di più rispetto a prima e chi di meno (nonostante il risultato finale sia comunque inquietante).
Cina e India, ad esempio, hanno aumentato le loro emissioni di CO2 e per il 2023 si stima rispettivamente un +4% e un +8,2%. Stati Uniti ed Unione europea, invece, le hanno contenute e per l’anno in corso si stima rispettivamente un -3% e un -7,4% (dato europeo in linea con quello italiano stimato dall’Enea).
Alla fine del 2023 si attendono livelli di emissioni di CO2 pari a 419,3 parti per milione, il 51% in più rispetto ai livelli preindustriali.
Qualche piccolo passo in avanti si sta registrando anche nel settore delle tecnologie per la cattura della CO2, che hanno tolto dall’atmosfera 0,01 milioni di tonnellate di CO2, una quantità più piccola di un milione di volte rispetto alle attuali emissioni inquinanti.