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Il concetto di Comunità Energetica Rinnovabile, intesa come entità giuridica costituita soprattutto da cittadini, che da semplici consumatori possono trasformarsi in produttori di energia pulita, sta entrando gradualmente nelle vite (e nelle case) degli italiani. Si tratta di una rivoluzione che modificherà radicalmente il nostro ecosistema energetico, ma che ha visto finora ancora limitati esperimenti sul campo a causa del ritardo normativo in cui ristagna l’Italia. Nell’attesa che il decreto attuativo inviato dal Governo a Bruxelles sia ratificato, e che venga fatta chiarezza sulla regia di questo cambiamento che riguarderà tutti, Energia Italia News ha riunito rappresentanti istituzionali ed esperti del settore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, per aprire una tavola rotonda di confronto sulle opportunità e le prospettive che si stanno delineando grazie al processo in itinere.
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Comunità Energetiche Rinnovabili? Sicuramente un primo passo per educare tutti all’utilizzo e alla produzione di energia “sostenibile”, nonché uno strumento nelle mani dei cittadini per cambiare il paradigma vigente, contribuendo in modo concreto alla transizione energetica. È ciò che emerso durante il Convegno “Le nuove Comunità Energetiche Rinnovabili. Il paradigma dell’indipendenza tra transizione verde e PNRR” organizzato da Energia Italia News e che ha visto intervenire volti noti del mondo dell’imprenditorialità, dell’Università, dell’associazionismo e della politica.
Sono ancora tantissimi i dubbi da dissipare sull’argomento, ma gli attori coinvolti iniziano a confrontarsi con maggiore consapevolezza per elaborare nuovi criteri di progettazione e sviluppo, al fine di cogliere le incredibili opportunità offerte dall’imminente costituzione di queste nuove entità. All’incontro, moderato da Raffaele Barberio, Direttore di Energia Italia News, hanno partecipato: Marco Merlo, Professore, Politecnico di Milano, Sebastiano Ambrogio, Head of Renewable Energy Communities Business Unit, Enel Green Power, Marco Bussone, Presidente, UNCEM, Giada Maio, Responsabile, Ufficio Energia, Qualità dell’aria, Mobilità sostenibile e Trasporto Pubblico Locale, ANCI, Carlo Alberto Nucci, Professore, Università di Bologna, Rappresentante Nazionale Mission EU Climate Neutral and Smart Cities, Giuseppe Pugliese, Esperto in sostenibilità finanziaria e Vicepresidente Tesla club, Giovanni De Baggis, Presidente Ordine Periti Industriali di Roma e Provincia, Davide Astiaso Garcia, Segretario Generale, Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV), Mattia Sica, Direttore Settore Energia, Utilitalia, Sergio Veroli, Presidente, Consumers’ Forum, Antonio Salvatore Trevisi, Segretario della 8ª Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica), Senato.
Nel suo intervento introduttivo, Marco Merlo, professore del Politecnico di Milano, ha ricordato le origini e l’evoluzione del quadro normativo riguardante le C.E.R.
“Come in tutte le evoluzioni– spiega il professore- emerge chiaramente la necessità di una corretta puntualizzazione degli obiettivi, delle ipotesi, delle modalità di implementazione“. Nella presentazione del professor Merlo si sono affrontati quattro aspetti. Il primo ci ricorda da dove nascono le Comunità Energetiche, ovvero dalle Direttive Europee REDII ed EMDII, nate a loro volta dai pacchetti 20-20-20 e dal CEP (Clean Energy Package). “È rilevante evidenziare come più recentemente, in ambito Europeo, si sono definite le strategie European Green Deal (2019), Fit for 55, REPowerEU, ovvero il quadro ad oggi in analisi deve essere visto come uno step importante di un processo ancora in evoluzione”, sottolinea il docente. Inoltre, prosegue Merlo, “l’impatto sulla rete delle Comunità Energetiche non è necessariamente positivo, ovvero è rilevante (in tale ottica) vincolarne il perimetro geografico rispetto alla struttura del sistema e promuovere una massimizzazione dell’autoconsumo – temi sui quali sono stati presentati degli esempi quantitativi”.
“Noi crediamo nello sviluppo delle rinnovabili, soprattutto in Italia, anche se il percorso è
complicato, ma siamo ambiziosissimi per impianti su piccola e grande scala. Lo sviluppo delle rinnovabili giocherà un ruolo molto importante nella transizione energetica” ha riferito Sebastiano Ambrogio, Head of Renewable Energy Communities Business Unit, di Enel Green Power.
“Le comunità energetiche rinnovabili sono uno strumento eccellente, svillupparle autonomamente è complesso perchè la configurazione è difficile. Enel offre un servizio completo: sviluppa impianti fino a un megawatt di potenza e soprattutto investe, oltre a costituire la comunità da associare all’impianto e gestirla per vent’anni. Un player industriale come Enel ha un ruolo davvero importante” ha quindi continuato il manager.
“Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un abilitatore molto importante per accelerare la transizione energetica dell’Italia e restituire valore al territorio, alle imprese e ai cittadini. Enel già da tempo ha realizzato un modello di Cer attraverso una proposta integrata che prevede lo sviluppo industriale dei progetti rinnovabili ed una serie di soluzioni e servizi per dar vita e far crescere in modo virtuoso la Comunità Energetica. Siamo pronti a cogliere le ulteriori opportunità che nel medio lungo periodo saranno messe a disposizione anche grazie alla definizione dei punti cardine normativi da parte delle istituzioni. Quest’ultimo è un aspetto importante– sottolinea- perché è necessario che tutti gli attori giochino il loro ruolo per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita di energia prodotta da fonti rinnovabili”.
Carlo Alberto Nucci, professore dell’Università di Bologna e rappresentante Mission EU Climate Neutral and Smart Cities, ha evidenziato:
“Se, come si auspica almeno in Europa, il 20% dell’energia consumata nelle città fosse fornito dalle comunità energetiche, traguardo ragionevolmente raggiungibile per il 2030, ne discende che il contributo delle comunità energetiche ai fabbisogni nazionali sarebbe dell’ordine del 15%”.
“In Europa– ha poi continuato il professore – le città mediamente assorbono infatti il 65-70% dei fabbisogni energetici nazionali. La transizione ecologica non si realizzerà quindi puntando esclusivamente sulle comunità energetiche, ma è ragionevole ritenere che non si realizzerà neanche senza il loro contributo, fondamentale, nel quadro della auspicabile differenziazione delle fonti primarie di energia e delle soluzioni tecniche. La transizione non si fa con le comunità energetiche, ma non si fa neanche senza. Sappiamo che la transizione non si realizzerà in cinque anni, ma non sarà solo a carico del nucleare, ognuna delle fonti energetiche primarie ha un ruolo importante: eolico, idroelettrico, solare, biomasse fotovoltaico“.
“Utilitalia, la Federazione delle imprese di servizi pubblici locali, sta operando per il sostegno dello sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili sin dall’avvio della normativa”. Lo ha assicurato Mattia Sica, direttore Settore Energia di Utilitalia, durante il convegno.
Con la nuova normativa sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, spiega, “è cominciata una nuova fase che è carica di moltissime aspettative da parte dei cittadini, delle imprese e del sistema energetico in generale”. I distributori di energia elettrica associati a Utilitalia, con il supporto della Federazione, hanno realizzato nei tempi previsti dalla regolazione la mappatura del territorio di competenza, strumentale alla costituzione delle Comunità ai fini della possibilità di acquisire gli incentivi”, continua Sica. Inoltre, le imprese associate “stanno elaborando differenti modelli di Cer, in grado di massimizzare l’utilità per i cittadini, la capacità per l’ente locale di offrire un sostegno alla popolazione in maggiore disagio, la possibilità di realizzare nuovi impianti Fer. La Federazione vuole affiancare le associate in tale attività intervenendo dove e quando la normativa o le disposizioni locali facessero emergere ostacoli alla realizzazione delle Comunità”.
Antonio Salvatore Trevisi, senatore del Movimento 5 stelle e Segretario dell’VIII Commissione al Senato, durante il proprio intervento si è soffermato sui ritardi del Governo Meloni nell’applicazione delle procedure. “Il Movimento 5 Stelle è stata la prima forza politica a credere nelle Comunità Energetiche, che divennero realtà con il governo Conte II ormai tre anni or sono” – ha precisato il Segretario. “Dare ai cittadini italiani la possibilità di cambiare radicalmente il modo di usufruire dell’energia, mettendoli in condizione di produrre direttamente energia da fonti non inquinanti, con considerevoli benefici economici, è da anni un nostro obiettivo.”
“Purtroppo stiamo ancora aspettando i decreti attuativi del ministro Pichetto Fratin, fermi al palo da troppo tempo. Essi saranno chiamati a definire le tariffe incentivanti e dovranno fornire un quadro normativo completo e definitivo cui fare riferimento. Solo così potremo vedere nascere Comunità energetiche lungo tutto lo Stivale: al governo chiediamo di fare presto, perché ogni giorno che passa è un passo indietro, è una battuta d’arresto sulla transizione ecologica e sul risparmio energetico”.
“Le Comunità Energetiche sono validi strumenti per accelerare la decarbonizzazione e la transizione energetica nel nostro Paese” ha sottolineato Davide Astiaso Garcia, segretario generale dell’Associazione nazionale energia del vento (Anev). “L’energia eolica può giocare un ruolo determinante anche come fonte di produzione di energia pulita in una comunità energetica- spiega– e occorre quindi snellire gli iter burocratici per l’ istallazione degli impianti anche in quest’ambito, affinché si possa utilizzare al meglio la grande potenzialità di energia pulita proveniente dal vento che il nostro Paese dispone“.