La vecchia centrale nucleare di Krško non produce più elettricità a seguito di una perdita. La sua chiusura però, era già stata affrontata tempo fa, ma mai portata termine.
La perdita
La perdita dalla centrale slovena, ai confini con la Croazia e a pochi km da Trieste, ne causa la chiusura, dopo 40 anni di attività.
A darne notizia è la direzione dell’impianto, la Nuklearna elektrarna Krsko (Nek), che sottolinea anche quanto il Paese adesso si troverà in difficoltà senza la sua principale fonte di energia.
La centrale, con una potenza di 666 MW, era in esercizio dal 1983, e interrompere la produzione si è ritenuto adesso fondamentale soprattutto per la sicurezza del personale. Ma ci sono dei pericoli in vista per i territori più vicini quali Croazia, Carinzia, Austria meridionale e Italia settentrionale?
Falla di proporzioni ridotte
Per i tecnici si tratta di una micro-perdita, e quindi di una falla di proporzioni ridotte, riscontrata nel sistema di collegamento del circuito primario, ossia il corpo principale dell’impianto.
Ancora da accertare le cause della vicenda, e per la stessa riparazione servirà più tempo del previsto. La Nek però rassicura: le fuoriuscite sono rimaste nei limiti consentiti per preservare sia la salute delle persone che quella dell’ambiente.
Ripercussioni per l’Italia
Luana Zanella, politica italiana e capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, commenta l’accaduto incitando il ministro del Mase, Gilberto Pichetto Fratin, a rassicurare le popolazioni interessate.
Per l’Italia non dovrebbero esserci dunque ripercussioni, anche se l’intera struttura doveva essere dismessa già tempo fa, in base a degli accordi europei poi sospesi per la guerra in Ucraina.
Una continua minaccia?
La stessa Zanella infatti, durante un’interrogazione al ministro Fratin ha ricordato che “una commissione internazionale nel 1993 aveva espresso 74 raccomandazioni sui cambiamenti tecnici e procedurali necessari per adeguare la centrale alla normativa Ue”.
L’impianto dunque è o non è una continua minaccia? Considerando anche la zona sismica nella quale si trova? E quale sarà la reale risposta del governo italiano a riguardo?
Il nucleare oggetto di dibattito
In tutta Europa dunque, ma soprattutto in Slovenia, il nucleare è sempre stato oggetto di dibattito. Ad oggi però, non ci sono solo chiusure, ma anche nuove porte aperte al settore.
Dopo l’annuncio del Mase di una nuova ‘Piattaforma per il nucleare sostenibile’ infatti, sembra che il percorso dell’Italia verso un ritorno all’atomo sia già stato segnato.
Bisogna ancora capire nel Vecchio Stivale, e in tutta l’Ue, che ruolo potrebbe avere più specificatamente questa fonte nel mix energetico.
Stanno però già nascendo delle collaborazioni per aumentare le ricerche sul tema e per la progettazione di nuovi reattori modulari, come quelli raffreddati a piombo sui quali stanno lavorando le due startup italiane Newcleo e Tosto Group.