Negli USA, il rilancio del nucleare potrà contare sull’impianto Palisades della Holtec, a Covert, in Michigan, dismesso tre anni fa. Il Dipartimento dell’Energia ha stanziato 57 mln di dollari, come garanzia di un prestito complessivo da 1,52 mld.
La centralità del nucleare negli USA
La politica energetica degli USA ha nel nucleare un suo perno, come ha dimostrato l’ultimo progetto per il Michigan. Il Dipartimento dell’Energia (DOE) ha infatti approvato lo stanziamento della seconda parte di un prestito alla Holtec, per riattivare l’impianto di Palisades, a Covert, le cui operazioni erano cessate tre anni fa.
Nel dettaglio, con l’operazione si andranno ad erogare 56.787.300 dollari della garanzia di un prestito fino a 1,52 mld di dollari, a favore dell’azienda con sede centrale a Jupiter (Florida). La rivalorizzazione del polo di Palisades dovrebbe fornire fino a 800 Megawatt (MW) di energia di base affidabile e a prezzi accessibili in tutto lo Stato.
Si è confermata, dunque, la linea dell’Amministrazione precedente, considerando l’energia nucleare come facente pacchetto di misure per contrastare il cambiamento climatico. E potendo, nel contempo, contribuire a soddisfare la crescente domanda di elettricità. Un domanda, il cui sostegno è dovuto soprattutto all’intelligenza artificiale, ai veicoli elettrici e alla moneta digitale.
Prospettive energetiche
La centrale nucleare di Palisades sarà il primo riavvio – nel contesto nazionale – di un reattore nucleare commerciale che ha cessato l’attività. Il tutto, previa approvazione della Commissione regolatoria nucleare degli Stati Uniti (NRC). Grazie all’indotto, oltre alle opportunità, dovrebbero esserci all’incirca 600 posti di lavoro in tutto il Michigan.
Nonostante il cambio di Amministrazione, la scelta di dare un seguito al rilancio del nucleare si è inserita all’interno di una precisa direzione. Dal rafforzamento (o dalla creazione) delle catene di approvvigionamento nazionali, gli USA potranno infatti consolidare la propria posizione geo-economica, ai vertice dei mercati globali dell’energia.
Conseguentemente, nonostante le divergenze ‘ideologiche’ sulla transizione energetica, a livello sistemico si continuerà ad investire sulle fonti ‘verdi’ o comunque a basse emissioni. Non ultimo, anche perché dal sostegno alle multinazionale del fossile si potranno portare avanti le ricerche sui carburanti sintetici, alternativi all’elettrico ma comunque ‘sostenibili’.