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Nucleare, USA: $900 mln per gli SMR

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In linea con la centralità data al nucleare, l’Amministrazione USA ha aperto le richieste di finanziamento per aggregare $900 mln a sostegno dei piccoli reattori modulari (SMR).

Il vettore nucleare

L’Amministrazione USA ha ribadito la centralità del nucleare per la decarbonizzazione, aprendo le richieste di finanziamento per 900 mln di Dollari, a sostegno dei piccoli reattori modulari (SMR). Per raggiungere gli obiettivi previsti, come ha scritto la Reuters, l’ottica sarebbe quella di arrivare a triplicare la capacità nucleare nazionale.

Per questo, la misura ha costituito una fase, parte di un processo più complesso, in cui è intervenuta direttamente una moltitudine di attori. La Google, per esempio. Il colosso di Internet ha infatti siglato un accordo con Kairos Power per acquistare energia proveniente da piccoli reattori modulari. Una vera novità.

Da questo punto di vista, la tecnologia specifica emergerebbe per i suoi margini di competitività. Gli SMR differiscono dalle grandi centrali tradizionali per una più semplice progettazione. Possono per questo essere gestiti, su base scalare, in relazione alla domanda.

Un dibattito ancora aperto

Negli USA, comunque, i reattori modulari ‘commerciali’ non sono entrati nella produzione. Nel frattempo, si è legittimato sul tema un notevole dibattito.

I fautori, infatti, hanno rimarcato come tra i suoi vantaggi vi sia la possibilità di realizzazione in fabbrica, anziché sugli specifici siti. Questi, inoltre, oltreché energia, possono generare calore o fungere da desalinizzatori.

Le problematiche restano comunque notevoli, a partire dall’annosa questione dello smaltimento delle scorie radiottive. Non solo. Per i più critici, saranno più costosi da gestire rispetto ai reattori più grandi, faticando maggiormente a raggiungere e ad integrarsi nelle economie di scala.

La struttura finanziaria del progetto

La struttura economico-finanziaria del programma ha ripartito l’utilizzo delle risorse da impiegare in più direzioni. La cornice normativa dei fondi è la Bipartisan Infrastructure Law (BIL) del 2021, sulla cui base il Dipartimento dell’Energia ha previsto di offrirli in due livelli.

Fino a 800 mln di Dollari andranno in premi – rispetto al raggiungimento di obiettivi ‘sensibili’ – verso realtà composte da fornitori di servizi, di reattori, costruttori, utenti finali. Gli altri 100 mln serviranno a colmare quelle lacune che hanno ostacolato l’industria nucleare statunitense. L’accento, in particolare, si è posato su un numero composito di aree.

Comparti quali la progettazione, le licenze, lo sviluppo dei fornitori e la preparazione dei siti. L’impegno sarà notevole. In linea con le direttive del Dipartimento, gli investimenti e la sinergia con il settore privato condurrano le sfide, complesse. Queste, insieme alla ricerca e allo sviluppo, dovranno valorizzare e rafforzare il settore, definito a più riprese come nevralgico per la sicurezza nazionale.

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