Il progetto SASPAM-SA rappresenta un’iniziativa chiave nel settore dell’energia nucleare in Europa. Co-finanziato con 4 milioni di euro da Horizon Euratom, il progetto coordinato da ENEA ha come obiettivo principale quello di promuovere la realizzazione di Small Modular Reactors (SMR) in Italia e in altri 12 paesi europei. Ma quali sono i rischi legati a questa tecnologia?
Il progetto SASPAM-SA
4 milioni di euro da Horizon Euratom, il progetto europeo (parte del più ampio programma di ricerca e innovazione Horizon Europe) dedicato alla ricerca e sviluppo nel campo dell’energia nucleare, per co-finanziare la realizzazione di Small Modular Reactor in Italia e in altri 12 Paesi europei.
Veri protagonisti del progetto SASPAM-SA, a coordinamento ENEA, gli SMR in questione saranno piccoli reattori nucleari modulari refrigerati ad acqua leggera (LWR). Si tratta di una tecnologia più avanzata rispetto al passato, con soluzioni di sicurezza di livello superiore.
I partner del progetto
Al progetto partecipano complessivamente 23 partner, di cui per l’Italia, oltre all’Agenzia nazionale anche Politecnico di Milano, Sapienza Università di Roma e l’azienda SinTec. Gli altri partner europei del progetto sono: TRACTEBEL per il Belgio, INRNE e TUS per la Bulgaria, JRC- Joint Research Center (Commissione europea), CNRS, IRSN e EDF per la Francia, FZJ, KIT, RUB e GRS per la Germania, LEI per la Lituania, SURO per la Repubblica Ceca, RATEN per la Romania, CIEMAT per la Spagna, KTH per la Svezia, VTT per la Finlandia, PSI per la Svizzera, SSTC-NRS per l’Ucraina.
Le peculiarità dei LWR
Disponibili e installabili in un orizzonte temporale di 5-10 anni, gli LW-SMR si distinguono per una riduzione della potenza unitaria, nonchè dei tempi di realizzazione e del rischio economico-finanziario. Inoltre, risultano più sicuri grazie all’adozione di sistemi che entrano in funzione senza necessità di intervento umano. Secondo gli esperti si tratta di una delle principali opzioni per includere l’energia nucleare nel mix energetico dei vari Paesi e soddisfare le necessità di decarbonizzazione tra il 2040 ed il 2050.
La questione della sicurezza
Poiché gli SMR sono una tecnologia emergente, non vi è uniformità tra le normative e gli standard di sicurezza nei diversi Paesi. Anche per tale motivo, “malgrado l’aumento della sicurezza intrinseca di questi reattori, nel processo autorizzativo è obbligatoria una dimostrazione della loro sicurezza anche e soprattutto nei confronti dell’ambiente esterno”, spiega il coordinatore del progetto Fulvio Mascari del Dipartimento Nucleare dell’ENEA. Senza dubbio le ricerche degli ultimi anni hanno permesso di arricchire il bagaglio di conoscenze e know-how in materia, ma trattandosi di soluzioni ancora non perfettamente consolidate è necessario fare un excursus dei progressi, così come delle azioni da mettere ancora in campo. Proprio a questo scopo ENEA ha organizzato l’ International Workshop on SMR Safety for a Sustainable Short-term Deployment, al quale hanno partecipato anche 16 giovani ricercatori grazie al sostegno di ENEN2Plus (European Nuclear Education Network).
I principali rischi legati agli SMR
Sebbene siano stati fatti numerosi passi in avanti, vi sono ancora dei temi che destano preoccupazione in tema di Small Modular reactor. Tra le principali preoccupazioni legate a quest’applicazione “contenuta” dell’energia dell’atomo, si possono annoverare problemi riguardanti:
- Raffreddamento e dissipazione del calore
La progettazione compatta degli SMR comporta difficoltà nella dissipazione del calore in caso di malfunzionamento. Anche se molti SMR sono progettati con sistemi di raffreddamento passivi, che non richiedono elettricità o interventi attivi, in caso di guasto imprevisto di questi sistemi, il rischio di surriscaldamento rimane una preoccupazione.
- Ridotte dimensioni del contenimento
Gli SMR sono generalmente progettati con strutture di contenimento più piccole rispetto ai reattori convenzionali. Anche se in teoria i rischi di incidenti catastrofici sono minori, in caso di rilascio di materiali radioattivi, le dimensioni ridotte del contenimento potrebbero rivelarsi insufficienti a limitare l’emissione di radiazioni nell’ambiente.
- Sicurezza dei materiali di scarto e combustibile esaurito
La gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito è una questione complessa per gli SMR, soprattutto perché molti di questi reattori sono progettati per utilizzare il combustibile in modo meno efficiente rispetto ai reattori su larga scala. Inoltre, la gestione e il trasporto dei rifiuti radioattivi da un numero maggiore di impianti potrebbe comportare maggiori rischi logistici e di sicurezza.
- Minacce alla sicurezza fisica e cyber-security
Gli SMR sono vulnerabili a minacce sia fisiche che digitali, specie se situati in aree remote o facilmente accessibili. Garantire la sicurezza contro atti di sabotaggio, terrorismo o cyber-attacchi diventa più complesso con un numero maggiore di siti decentralizzati, ciascuno dei quali richiede livelli di sicurezza elevati e infrastrutture di protezione adeguate.