Nonostante i dubbi sulla fattibilità di un ritorno al nucleare, in Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha avviato l’analisi preliminare infrastrutturale.
Il problema dello stoccaggio
Per riavviare il settore del nucleare in Italia – al netto dei dubbi – il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) sta affrontando tutte le variabili sul tema. Tra quelle più rilevanti, si è imposto il problema dello stoccaggio e del trattamento delle scorie. Non è improbabile, in effetti, che le comunità locali possano dimostrare delle ritrosie nei confronti di strutture simili.
Intanto, però, il MASE ha avviato l’analisi preliminare (scoping), secondo la procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Questa, sulla proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. L’elenco delle 51 aree idonee era stato pubblicato sul sito del Ministero il 13 dicembre 2023.
Secondo la definizione che ha dato il Ministero, il Deposito Nazionale “è un’infrastruttura ambientale di superficie che permetterà di sistemare definitivamente e in sicurezza i rifiuti radioattivi”. Le scorie – sia a bassa che a molto bassa attività – hanno infatti trovato una sistemazione temporanea all’interno di decine di depositi.
Al loro interno non si trovano solo i prodotti dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari, ma anche quelli legati ad attività quotidiane, quali medicina nucleare, industria e ricerca.
Le parole del Ministro Pichetto Fratin
Sul tema si è espresso il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, che ha in particolare evidenziato due aspetti. Dapprima, la questione ambientale e in secondo luogo, la ritrovata centralità che dovrebbero avere le Amministrazioni locali.
Queste le parole del Ministro: “Lo svolgimento della procedura di VAS sull’iter di localizzazione del Deposito Nazionale ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente. Si contribuirà così all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, adozione e approvazione della CNAI”.
E ancora: “In questo modo offriamo la possibilità alle Amministrazioni locali di partecipare nuovamente al processo decisionale, prima dell’approvazione della Carta”.