Nonostante i referendum del 1987 e del 2011, il Governo dell’Italia è seriamente intenzionato a dare nuovo vigore al nucleare, cooperando in tale ottica con la Westinghouse o con l’EDF.
Gli auspici del Governo italiano
In Italia, il Governo attualmente in carica vorrebbe ripristinare il nucleare, puntando sui mini-reattori nucleari modulari (SMR). Da qui, l’idea di promuovere una nuova cooperazione con la Westinghouse o con l’EDF per costruire una solida base di partenza.
L’ha riportato la Reuters, secondo cui l’esecutivo vorrebbe ridefinire le normative, entro la fine dell’anno. Il referendum del 1987 (reiterato nel 2011) ha infatti portato allo smantellamento degli impianti sull’intero territorio italiano.
Sebbene l’ultimo rapporto WNISR abbia rimarcato come il nucleare sia sempre meno competitivo – a maggior ragione se da ‘zero’ – il Ministro Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito questa intenzione. La portata della sfida el’imprescindibile supporto tecnico-logistico, avrebbero perciò legittimato la ricerca di un supporto esterno.
Linearità dei precedenti
Per suffragare la sua ipotesi, partendo dal responso delle fonti ‘governative’ – rimaste anonime – la Reuters ha ripreso alcuni avvenimenti. Tutti di particolare rilievo per la politica energetica italiana. A questi, si sono affiancati i legami che sia l’azienda americana, sia quella francese hanno costruito con il tessuto industriale italiano.
Lo scorso Luglio, per esempio, Edison e EDF hanno firmato un memorandum con l’Ansaldo Nucleare di Genova e con la Federacciai. Finalità dell’intesa, “l’utilizzo dell’energia nucleare al servizio della competitività e della decarbonizzazione delle acciaierie italiane“. La stessa Ansaldo Nucleare, insieme alla startup Newcleo sarebbero centrali nella costruzione degli SMR italiani.
Non bisogna poi dimenticare che – in Italia – sempre l’Ansaldo e la Westinghouse hanno promosso altre forme di collaborazione. Su tutte, l’assemblaggio del primo settore spettante all’Europa del progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor). Dunque, sia a livello di conoscenze che di modalità lavorative, gli scambi tra le diverse realtà, nel corso degli anni, sono stati continui e profittevoli.
In attesa di eventuali conferme, il nuclare si è affermato al centro dell’agenda governativa, senza subbi o incertezze. Nel corso di una recente audizione parlamentare, Pichetto Fratin ha dichiarato che l’Italia dovrebbe includere almeno l’11% di energia nucleare nel suo mix. Solo così si arriverebbero a risparmiare 17 mld di Euro (19 mld di Dollari) sulla decarbonizzazione dell’economia, entro il 2050.