Dopo quasi due lustri, la Corea del Sud ha definito la costruzione di due nuovi reattori nucleari, che contribuiranno al fabbisogno energetico nazionale per 2,8 Gigawatt complessivi, interfacciandosi con i locali paradigmi della transizione energetica.
Nucleare, fonte strategica per Seoul
La Corea del Sud ha programmato nuovi investimenti sul nucleare, puntando decisamente su quello ‘di terza generazione’.
Secondo Enerdata, la Commissione per la sicurezza nucleare (NSSC) ha infatti autorizzato la Korea Hydro & Nuclear Power (KHNP) a costruire due nuovi reattori nucleari a Uljin, sulla costa orientale del Paese asiatico. I reattori APR-1400, denominati Shin-Hanul 3 e 4 – ciascuno da 1,4 Gigawatt (GW) – saranno entrambi ad acqua pressurizzata.
Il loro ruolo sarà quello di aumentare e migliorare la produzione energetica del Paese. In totale – al 2023 – la Corea del Sud aveva una capacità installata totale di 147 GW. Di questi, 25 GW originavano dal nucleare (17%).
Una lunga genesi
Il cambio di passo voluto da Seoul, in realtà, ha decisamente sconfessato alcune scelte del passato. L’iniziale approvazione di Shin-Hanul 3 e 4 risaliva infatti al 2016, salvo poi il Governo allora in carica sospendere i lavori l’anno successivo, in virtù di una rinnovata politica energetica nazionale.
Nel Luglio 2022, poi, quei piani sono tornati all’ordine del giorno. Del resto, già nel Dicembre 2022 e lo scorso Aprile, nel complesso di Shin Hanul hanno cominciato a funzionare due reattori da 1,4 GW. Dal punto di vista prettamente economico, il rafforzamento delle industrie e una nuova fase di sviluppo hanno trovato nel nucleare il loro fondamento.
La centralità del fotovoltaico
Contestualmente, tuttavia, si è proceduto a tracciare le linee di una massiccia opera di infrastrutturazione ‘verde’, in particolare in materia di fotovoltaico. Lo Stato sudcoreano si è infatti posto come obiettivo la produzione del 40% di energia da fonti rinnovabili, entro il 2034. Nel 2023, la soglia si attestava sul 15%.
Uno dei progetti più avveniristi porterebbe a ricoprire lunghi tratti di piste ciclabili e autostrade con pannelli solari. Che il mix energetico della Corea del Sud stia affrontando una fase di rimodulazione, è evidente, alla luce delle più recenti politiche adottate.
Al netto del fattore ‘ambientale’, una particolare attenzione si lega alla creazione delle nuove catene del valore. Per questo, ogni singola mossa di Seoul potrà condizionare non soltanto le relazioni asiatiche, bensì l’intero sistema geo-energetico globale.