Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Nucleare, chi partecipa alla nuova rete europea

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Una coalizione trasnazionale per il nucleare, con focus sugli small modular reactor (Smr), mini reattori più facili da produrre ed assemblare. La rete d’imprese, Università e società pubbliche che la Commissione Europea ha messo in piedi include realtà europee, ma ache statunitensi, turche ed ucraine. A settembre saranno scelti i progetti di piccoli reattori che l’alleanza intende sostenere.

Un’alleanza industriale a 27 (e più)

Un’alleanza industriale per testare la capacità europea sul nucleare, in particolare in tema di small modular reactor (Smr), mini reattori nucleari modulari che nel tempo dovrebbero prendere il posto delle centrali tradizionali.  È una vera e propria rete quella messa in piedi dalla Commissione Europea per sviluppare in UE impianti di energia atomica di piccola taglia, noti per l’utilizzo di strutture modulari per facilitare produzione in serie ed assemblaggio, nonché di tecnologie a fissione per produrre dai 10 ai 300 megawatt di energia. Dentro ci sono grandi società, ma anche piccole imprese ed Università. Lo scopo è creare un’alleanza in grado di rendere autonoma l’Unione sul fronte del nucleare e soddisfare il fabbisogno dei 27 senza dipendere da fornitori esterni.

286 componenti in totale

Ad oggi la nuova alleanza conta circa 290 componenti, tra cui colossi del web quali Google e Microsoft, ma anche startup come l’Italiana Newcleo. Quest’ultima, dovendo fare i conti con la normativa italiana che per il momento vieta la produzione di energia dell’atomo sul nostro territorio, ha ottenuto l’autorizzazione per la realizzazione dei suoi reattori in Francia, Paese che in Europa fa da padrone nel settore. Tuttavia, con 39 iscritti alla rete (contro i 72 francesi), l’Italia si colloca insolitamente al secondo posto nella coalizione di Bruxelles. Vi sono poi Polonia, Repubblica Ceca, e Germania, che occupano le posizioni sottostanti con un numero di aderenti di poco  inferiore, ma la rete industriale non è europea al 100%. Seduti al tavolo, infatti, ci sono anche gli Stati Uniti, la Turchia e l’Ucraina. C’è da dire che è proprio l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ad aver dato nuovo impulso all’energia atomica, considerata più adatta di altre al perseguimento degli obiettivi di indipendenza energetica del vecchio continente. 

Le imprese italiane della coalizione

Sebbene nello Stivale la stagione dell’atomo si sia conclusa quasi quarant’anni fa, la filiera industriale, trainata dai leader dell’energia Eni ed Enel, sembra essere ancora intatta. Tra i principali players in campo Smr ci sono Ansaldo Nucleare, Fincantieri e Rina, aziende come Walter Tosto di Chieti, la mantovana Bellelli Energy, la bergamasca Brembana&Rolle. Da annoverare nella lista anche ambienti accademici e società pubbliche. Tra questi l’Università di Pisa, il Politecnico di Milano e Agenzia industrie difesa.

Una strategia entro l’inizio del 2025

La Iaea ha evidenziato che “la durata di un programma nucleare, dalla sua iniziale considerazione al punto in cui l’infrastruttura è pronta per entrare in funzione, può andare dai 10 ai 15 anni”. Per gli Small modular reactor la tabella di marcia potrebbe essere più breve, ma al momento non si dispone di dati che confermino questa teoria. 

Avviata a febbraio 2024, la rete di imprese e centri di ricerca conta di produrre una strategia preliminare nei primi mesi del 2025 e mira a tagliare il traguardo dell’installazione di un smr entro il 2030. A settembre saranno scelti i progetti di piccoli reattori che l’alleanza intende sostenere, dal punto di vista economico e della ricerca, attraverso otto gruppi di lavoro (che vanno dalle filiera di fornitura al trattamento delle scorie).

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