Roma, 05/12/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

L’importanza dei domini Space & Underwater nel comparto energetico. Intervista a Giorgio Graditi, Direttore Generale, Enea

11Giorgio Graditi, Direttore Generale, Enea
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Durante la prima Conferenza Internazionale Space & Underwater, dedicata ai domini spazio e subacqueo, svoltasi a Roma il 3 dicembre, abbiamo chiesto all’ Ing. Giorgio Graditi, Direttore Generale dell’ENEA, quanto sia centrale, oggi, il ruolo di queste due dimensioni per il settore energetico.

Qual è il ruolo strategico che lo Spazio può assumere nel comparto energetico? 

“Lo Spazio ha un ruolo sicuramente importante in quanto “collante”, direi, rispetto a quelle che possono essere attività di esplorazione, dalle quali si possono ricavare informazioni, dati. Ma offre anche un’ulteriore opportunità, ad esempio, per l’estrazione di materiali primi critici, o per poter conoscere aspetti relativi direttamente all’origine del nostro pianeta. Il tema energia è fondamentale, in quanto per andare nello spazio serve energia, per rimanere nello spazio serve energia, per esplorare lo spazio serve energia. Quindi la ricerca svolge un ruolo significativo, così come l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Noi come ENEA operiamo in questa direzione: ci occupiamo di studiare, validare e trovare delle soluzioni avanzate che possono dare risposte concrete riducendo i costi, individuando materiali più evoluti, più sostenibili, per consentire attività di esplorazione dello spazio, ma anche attività lunari, o che riguardano il raggiungimento di Marte, ad esempio.

Nel caso specifico della propulsione, sono oggi già disponibili soluzioni (quella tradizionale è la propulsione chimica), ma occorre studiare anche delle alternative quali, ad esempio, l’utilizzo dell’energia nucleare, sia prevalentemente con dei surface reactors, quindi nucleare da fissione, sia con soluzioni legate all’impiego dell’energia solare, ad esempio vele fotoniche, o con sistemi che siano in grado di garantire resilienza, affidabilità e sicurezza, considerato che si lavora e si opera in un ambiente estremo, in condizioni estreme, dove questo aspetto diventa indubbiamente centrale. L’Italia ha delle competenze molto importanti nel settore Spazio, sia in ambito ricerca, ma anche e soprattutto, direi, nel settore delle filiere industriali. Partecipa attivamente ad importanti iniziative a livello regionale, nazionale e internazionale. Ne cito una tra le tante, che ricade nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, e che riguarda il partenariato sullo spazio Space It Up, coordinato dal Politecnico di Torino, al quale ENEA partecipa, insieme a tanti altri soggetti. Si tratta di un partenariato pubblico-privato che affronta le tematiche dello spazio a 360°, con l’obiettivo di favorire l’innovazione, ma soprattutto il trasferimento tecnologico, per trovare in tempi ragionevolmente brevi risposte concrete alle esigenze”. 

Pensa che eventi come quello di oggi possano contribuire agli avanzamenti in questo settore? 

“Assolutamente sì, è un tema inter-multidisciplinare, per certi aspetti anche transdisciplinare, oggi ne è stata una manifestazione concreta, in quanto sono state affrontate tematiche di natura giuridica, legale, tecnologica, ingegneristica, di cyber-sicurezza. Eventi come questo dove si possono mettere a fattor comune competenze, esperienze, sensibilità, profili differenti, direi anche esigenze, istanze, approcci, sono centrali per poter arrivare a punti di sintesi, anche a proposizioni che poi possono essere utili per il legislatore o per il decisore in senso generale, in termini di regolamenti e di atti attuativi. Altrettanto per l’underwater. Oggi si è parlato del tema acqua, inteso come ambiente sottomarino, che è un altro ambiente importante, sfidante, critico, dove bisogna lavorare con lo stesso approccio. Ricordiamoci che stiamo parlando di infrastrutture critiche, se pensiamo a tutto ciò che sta sotto il mare, quindi cavi, che possono essere cavi elettrici, ma anche cavi di telecomunicazione, gasdotti e quant’altro, le infrastrutture critiche erogano dei servizi essenziali primari e come tali devono essere protette, ma devono anche diventare allo stesso tempo ulteriori opportunità per erogare servizi e quindi consentire ulteriori aspetti positivi in termini di risultato complessivo”.

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