Cominciano i lavori sulla prima unità della centrale nucleare di Lianjiang, nel sud-est della Cina.
Un nuovo impianto
Si tratta di un nuovo impianto sul quale il Paese orientale sta investeno 18 miliardi di dollari.
A occuparsi del progetto, la State Power Investment Corporation (SPIC), che ha spiegato quelle che saranno le caratteristiche della centrale.
La Lianjiang avrà 6 reattori CAP1000, ovvero particolari dispositivi che hanno la capacità di produrre anche 1000 MW di energia elettrica ad acqua pressurizzata (PWR), processo che consente di ottenere maggiore efficienza.
L’obiettivo
Ma qual è il reale obiettivo del gigante cinese? Dalle previsioni, si spera di generare circa 70 miliardi di kilowattora di energia all’anno, sufficienti ad alimentare una città industriale di circa 6 milioni di persone.
Ogni reattore infatti avrà una potenza di 1000 Mw/h, e permetterà al settore e alla ricerca di crescere ulteriormente.
In particolare, quelli CAP1000 sono tecnologie parte degli sforzi della Cina per sviluppare la sua industria nucleare, e ridurre così la dipendenza dai combustibili fossili.
Per questo il Paese sta costruendo diverse centrali sfruttando tali risorse, e sta esplorando nuove opportunità per esportare le proprie innovazioni anche all’estero.
Riduzione delle emissioni
La costruzione dell’impianto verrà eseguita anche in funzione della sostenibilità e degli obiettivi green da raggiungere da qui ai prossimi anni.
La State Power Investment Corporation (SPIC) pensa infatti che la stazione abbasserà il consumo di carbone dell’intera Nazione di oltre 20 milioni di tonnellate all’anno, portando dunque a una riduzione delle emissioni di oltre 52 milioni di tonnellate.
L’intero progetto dovrebbe essere completato entro il 2028, per poi rimanere attivo fino al 2088. Altra peculiarità unica del sito è che sarà il primo ad aver delle torri di raffreddamento molto grandi, oltre che di un sistema di ricircolo dell’acqua di mare.
Altri reattori
Pechino comunque prevede di costruire altri reattori da qui ai prossimi anni, sempre con l’idea di preservare la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente, e per questo adottando rigorosi standard internazionali relativi al settore.
Fino a dove si spingerà il Paese? Quanto terreno riuscirà a conquistare rispetto all’Europa che sul tema dibatte ancora?