Come ridurre le dimensioni delle camere di reazione termonucleare per ottenere reattori più piccoli, fattibili e potenti? La soluzione ideata da un team di ingegneri della University of Wisconsin–Madison.
Un nuovo metodo
Quello messo a punto da un team di ingegneri della University of Wisconsin–Madison è un nuovo metodo per ottenere reattori più piccoli e soprattutto più potenti.
I ricercatori hanno pensato di rivestire i dispositivi con il tantalio, metallo caratterizzato da un punto di fusione più alto del normale, che migliora non solo la dissipazione del calore, ma anche la cattura degli atomi di idrogeno neutri.
Parliamo infatti di un elemento chimico che, arrivando anche a 3017 °C, può essere benissimo applicato alle pareti interne della camera del reattore, attraverso un processo chiamato ‘metalizzazione a freddo’, aumentandone di gran lunga le prestazioni energetiche.
Record mondiale
L’utilizzo del metallo potrebbe dunque portare a una crescita della fusione nucleare ormai sempre più considerata una fonte affidabile e sostenibile. In questo campo infatti, sono sempre di più i progetti già avviati.
Gli scienziati del National Ignition Facility (NIF) degli Stati Uniti, per esempio, hanno stabilito un record mondiale producendo una reazione dalla quantità energetica maggiore rispetto a quella consumata, fenomeno noto come accensione e mai sperimentato prima d’ora.
Le centrali elettriche del futuro
In Giappone invece, si trova il reattore più grande al mondo che funziona in questo modo e ha un valore di ben 600 milioni di dollari. Tra i partner che hanno partecipato al progetto anche Enea, con l’obiettivo di testare quelle che potrebbero presto diventare le centrali elettriche del futuro.
Sempre negli Usa, i deputati vogliono separare la legislazione sulla fissione da quella della fusione, mentre nel Regno Unito ci si trova già un passo avanti, con l’Energy Act 2023 che rende la Gran Bretagna il primo Paese a creare formalmente un regime normativo unico per il settore.