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Fusione nucleare: il supercomputer europeo e italiano che esegue 47 milioni di miliardi di operazioni al secondo

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ENEA, EUROfusion e CINECA hanno firmato un accordo per realizzare un supercomputer da utilizzare per la ricerca sull’energia da fusione nucleare.

50 milioni di euro investiti sulla fusione nucleare

Sono stati investiti 50 milioni di euro in cinque anni per realizzare la nuova infrastruttura da utilizzare per la fusione nucleare, che sarà in grado di eseguire 47 milioni di miliardi di operazioni al secondo e che entrerà a far parte del Tecnopolo di Bologna, affiancando le strutture di calcolo per le previsioni meteo-climatiche e il supercomputer Leonardo

A cosa servirà ‘High Performance Computing (HPC)’

A cosa servirà la nuova tecnologia chiamata ‘High Performance Computing (HPC)’? Verrà utilizzata per la simulazione numerica della fisica del plasma e per l’analisi strutturale di materiali avanzati per la fusione nucleare.

L’accordo

L’accordo è stato siglato dal direttore Dipartimento ENEA di Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare, Alessandro Dodaro, il presidente del consorzio interuniversitario CINECA, Francesco Ubertini, e Tony Donné, il programme manager (CEO) di EUROfusion che coordina in tutta Europa le attività di ricerca del settore. 

Si tratta di un grande passo avanti per lo sviluppo di questo tipo di energia, considerata una sfida tecnologica che potrebbe permettere di abbandonare le fonti fossili e offrire un supporto nella lotta al cambiamento climatico

Il supercomputer sarà installato alla fine di quest’anno presso la sede di CINECA a Casalecchio di Reno, a Bologna. 

La fusione nucleare

La fusione nucleare, la cosiddetta ‘energia delle stelle’, è un tema sul quale si sta puntando molto e che sta coinvolgendo numerosi progetti, tra i quali, il più importante al momento è ITER, International Thermonuclear Experimental Reactor, in fase avanzata di costruzione a Cadarache, in Francia.

Il progetto italiano DTT (Divertor Tokamak Test)

In Italia invece si sta testando il DTT (Divertor Tokamak Test), una macchina sperimentale a Frascati, in provincia di Roma, nata da un’idea di Enea a Terna e che prevede una spesa totale di 600 milioni di euro.

La Regione Lazio ha contribuito con 25 milioni per i magneti e 34 milioni per completare l’impianto.

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