L’Assemblea parlamentare franco-tedesca riunita ieri, dove 50 membri dell’Assemblea nazionale francese e 50 del Bundestag si incontrano ogni due anni per promuovere la cooperazione tra i due Paesi, ha messo in risalto le divergenze sul nucleare.
L’incontro tra Le Maire e Habeck: divergenti sul nucleare
Durante l’Assemblea, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, e il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, hanno preso la parola davanti ai parlamentari, sancendo una divergenza netta tra le loro posizioni sull’energia nucleare.
Per Berlino, non dovrebbe essere classificata come fonte rinnovabile, ma per l’omologo francese, si tratta invece di una ‘linea rossa’ per il suo Paese, che ha bloccato la nuova Direttiva europea sulle fonti green (RED III) anche per difendere il ruolo del nucleare nei piani di decarbonizzazione dell’Ue, e la sua importanza per raggiungere una sovranità energetica.
L’intenzione di Parigi
Parigi ha intenzione di rilanciare a pieno regime l’industria del settore, con l’obiettivo di costruire 6 nuovi reattori e avere il primo già operativo entro il 2035. Queste ambizioni hanno trovato consensi anche in altri Paesi europei, intenzionati a seguire lo stesso esempio.
Altro obiettivo del governo francese sarà quello di portare al 2050 l’energia nucleare europea da 100 GW a 150.
Il blocco del governo francese alla direttiva RED III
Il blocco del governo francese alla direttiva RED III che stabilisce i livelli minimi per la produzione di elettricità da rinnovabili ha suscitato polemiche nei riguardi di Macron, e scatenato una situazione di incertezza e stallo sulla questione.
Al faticoso accordo raggiunto a marzo fra il Parlamento e il Consiglio Europeo, mancava solo l’ultimo passaggio formale al Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) degli ambasciatori dei 27 Stati membri per ottenere il via libera.
Ma Parigi, sostenuta da altre Nazioni dell’Europa dell’Est come Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Romania, ha chiesto ulteriori delucidazioni sulla definizione dell’idrogeno prodotto tramite l’energia nucleare, per il quale la Francia ha chiesto una quota nel pacchetto climatico di riforme e regolamenti Fit for 55.