L’Organizzazione Marittima Internazionale, ha approvato nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, per azzerarle entro il 2050. L’accordo chiuso tra Newcleo, Fincantieri e Rina, va in questa direzione, proponendo uno studio di fattibilità per l’impiego di energia nucleare nel trasporto navale.
Applicazioni nucleari nel settore navale
Realizzare uno studio di fattibilità per applicazioni nucleari nel settore navale. L’accordo siglato da Newcleo, azienda di tecnologie nucleari pulite, Fincantieri e la multinazionale di certificazione navale Rina, puntando su competenze internazionali ed innovazione, apre la strada al nucleare in un settore finora poco battuto, come quello del trasporto marittimo.
Mini reattori nucleari raffreddati a piombo
Obiettivo dell’accordo è l’impiego dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo per la propulsione navale. In pratica, si tratta di mini-reattori chiusi sulle navi, che funzionerebbero alla stregua di piccole batterie in grado di produrre una potenza di 30 MW. Questo consentirebbe una manutenzione molto limitata e rifornimenti sporadici, ossia una volta ogni 10-15 anni. Inoltre, i reattori sono facilmente sostituibili a conclusione del proprio ciclo di vita.
Decarbonizzare il settore tutelando l’ecosistema marino
A dispetto di quel che si potrebbe pensare, l’utilizzo dell’energia nucleare pulita per alimentare le navi, oltre a decarbonizzare il settore, contribuirebbe alla salvaguardia dell’ecosistema marino in caso di incidente. Le imprese firmatarie guardano con fiducia ai risultati dello studio di fattibilità, e al potenziale inespresso dell’energia nucleare che, a detta loro, potrebbe dare un contributo notevole al processo di decarbonizzazione. Secondo Ugo Salerno, presidente e ceo di Rina, “per ridurre l’impatto dell’industria navale sull’ambiente abbiamo bisogno di combustibili alternativi, e l’energia nucleare sarà una delle risposte a questi obiettivi“.
