Una sovrapproduzione di energia da rinnovabili sta causando in Francia, ma non solo, un repentino calo dei prezzi. Il EDF ha già chiuso tre reattori nucleari. In tutta Europa i mercati quest’anno hanno visto uno squilibrio tra domanda e offerta. Come evolverà la situazione?
La scommessa sul nucleare
La scommessa sul nucleare della Francia sembra sia al momento bloccata da una produzione energetica record da rinnovabili. La scorsa settimana, i prezzi dell’elettricità nel Paese sono infatti divenuti negativi a seguito di un’impennata improvvisa nella generazione energetica, causando la chiusura di diversi reattori.
Il gigante EDF ne ha già fermati 3, con altri 5 che stanno rallentando la propria attività. Come evidenziato da Bloomberg, si sta assistendo nella Nazione a una vera e propria sovrapproduzione da Fer dovuta soprattutto agli impianti privati e a un calo dei consumi.
In vista degli obiettivi green da soddisfare da qui ai prossimi anni, queste sembrerebbero essere solo buone notizie vero? Ma in realtà, tutta tale disponibilità energetica non viene nemmeno utilizzata, per via delle limitate capacità di stoccaggio dei sistemi di accumulo.
Non solo in Francia
Non solo in Francia si sta vivendo una situazione simile. Anche la California, per esempio, sta vedendo i prezzi andare in negativo a causa di un eccesso di energia solare, e lo stesso accade anche in Germania.
Di certo, Parigi è più preoccupata per quel che ne sarà del nucleare, considerando l’Alleanza promossa già dallo scorso anno.
Il Paese dipenderà sempre di meno dall’energia dell’atomo
Inoltre, secondo Bloomberg New Energy Finance, l’Europa potrà soddisfare dalle fonti alternative i due terzi del suo fabbisogno, da qui al 2030, e questo potrebbe portare i consumatori che hanno allacciato i propri pannelli alla rete a risparmi significativi.
Per i fornitori francesi di energia pulita la bella notizia è che, con la chiusura dei rettori e l’espansione delle Fer, il Paese dipenderà sempre di meno dall’energia dell’atomo, tentando di recuperare alcuni ritardi sullo sviluppo del solare e dell’eolico. Ma per chi gestisce impianti nucleari sarà invece un duro colpo.
Notevoli passi in avanti
Anche in Spagna comunque, i prezzi a inizio 2024 sono rimasti negativi per cinque settimane, registrando la media più bassi dal 2013. E anche questo dunque è un sinonimo di come, sul campo delle fonti alternative, si stiano facendo dei notevoli passi in avanti.
Lo stesso si può dire anche per l’Italia, dopo gli ultimi dati pubblicati da Terna che parlano di una fornitura di energia green da record nel mese di maggio: 52,5% di capacità rinnovabile.
Il numero più alto di ore di prezzi energetici negativi
Quest’anno, in generale, l’Europa ha registrato il numero più alto di ore di prezzi energetici negativi. Complice uno squilibrio tra domanda e offerta, una generazione molto elevata soprattutto di elettricità da fotovoltaico e gli investimenti in soluzioni di stoccaggio sostenibili.
La maggioranza poi dei mercati elettrici all’ingrosso, ha visto quote pari a zero, e ciò significa per i produttori dover affrontare spese più alte.
Tale situazione comunque non desta a livello generale un’eccessiva preoccupazione, o perlomeno al momento sembrerebbe essere così. A lungo andare però, le cose potrebbero cambiare, per via di investitori che perdono interesse o di uno squilibrio ancora troppo grande.