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Al via il piano d’azione “europeo” sul nucleare. 45 nuovi reattori entro il 2050

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L’Italia ha partecipato come osservatore alla riunione dei Paesi Ue favorevoli all’energia nucleare. Dopo i primi tentennamenti il Bel Paese ha, dunque, confermato la volontà di portare avanti la transizione energetica mediante il ricorso al nucleare, con il benestare della Francia, uno dei principali sostenitori dell’atomo da cui ricava circa i due terzi del fabbisogno energetico.

La riunione per il nucleare

A Parigi si è svolta la terza riunione “operativa” della cosiddetta alleanza per il nucleare, ossia i Paesi Ue favorevoli all’atomo, 16 in tutto.

Durante l’incontro i ministri dell’energia di Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovenia, Svezia, Slovacchia, l’Italia in qualità di osservatore e il Regno Unito (invitato speciale) hanno discusso della possibilità di costruire fino a 45 nuovi grandi reattori nucleari e una serie di piccoli reattori modulari in tutta l’Unione europea entro il 2050. Alla riunione era presente anche la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson.

Il piano d’azione

La novità di questa edizione parigina è consistita in un primo tentativo di stilare un “Piano d’azione europeo sul nucleare” per testare e sviluppare sinergie in termini di competenze, innovazione, norme di sicurezza, e smantellamento delle scorie atomiche. Gli obiettivi fissati nella dichiarazione congiunta rilasciata a margine del meeting, prevedono di generare tramite le infrastrutture nucleari esistenti, almeno 150 GW di elettricità entro il 2050. A tale produzione si aggiungerebbe poi la costruzione di nuovi grandi reattori e lo sviluppo di piccoli reattori modulari (SMR) nell’Ue. 

Guadagni per 92 miliardi di euro

Il profitto generato da un’operazione del genere si aggirerebbe intorno ai 92 miliardi di euro per il Pil dell’Europa. Si parla poi, di oltre 300mila posti di lavoro diretti e indiretti creati entro il 2050, di cui 200mila impieghi qualificati e 45mila assunzioni di qui al 2050.

Il ruolo dell’Italia

Tornare a produrre energia dal nucleare in Italia non è all’ordine del giorno. Se ci saranno proposte, deciderà il Parlamento. L’orientamento del governo oggi è di valorizzare la ricerca e gli investimenti all’estero dell’Italia. È quello che è avvenuto negli ultimi decenni, senza che nessuno ne parlasse. Le imprese italiane hanno competenze di prim’ordine sul nucleare, hanno due miliardi di investimenti in questo settore. Oggi dobbiamo continuare su questa strada. Se poi in futuro qualche governo vorrà realizzare una centrale nucleare o uno ‘small modular reactor’, allora se ne parlerà” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

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