360 pannelli solari a poco più di 1.300 km dal Polo Nord. Si tratta del primo impianto rinnovabile su larga scala nelle regioni artiche.
Energia rinnovabile nelle regioni artiche
Anche le regioni artiche, le più colpite dal cambiamento climatico, potranno usufruire dell’energia rinnovabile. Come? Con l’installazione, tra i ghiacci, di pannelli solari. Il primo Stato che si sta muovendo in questo senso è la Norvegia, che sta per mettere in funzione dei pannelli fotovoltaici nell’arcipelago delle Svalbard.
A 1300 km dal Polo Nord
360 pannelli, allineati in sei file inizieranno, a poco più di 1.300 km dal Polo Nord, inizieranno a fornire energia elettrica in un campo base per i turisti dell’arcipelago norvegese, noto anche come Spitzbergen. Si tratta di una vecchia stazione radio convertita, accessibile solo in barca o in elicottero, tempo permettendo.
Il primo esperimento su grande scala
Mons Ole Sellevold, consulente tecnico per le energie rinnovabili della società statale Store Norske ha dichiarato che si tratta del primo esperimento su grande scala dell’Artico.
Il sistema, infatti, ha enormi potenzialità nei mesi estivi (quando il sole non tramonta mai), e dovrebbe coprire la metà del fabbisogno elettrico del sito, riducendo le emissioni di CO2. Inoltre, i pannelli fotovoltaici beneficiano anche dell’effetto «albedo» (riflettente) del ghiaccio e della neve, oltre che delle basse temperature, che ne aumentano l’efficienza.
Un impianto pilota da testare e replicare
Sicuramente la transizione energetica nelle comunità artiche, oltre che da motivazioni ambientali, è trainata anche da fattori economici, in quanto il diesel è più costoso da acquistare e trasportare rispetto alle apparecchiature solari. L’impianto delle Svalbard, dopo i primi test, potrà essere replicato anche in altre regioni fredde.