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La startup italiana che ricicla le batterie al litio con le bucce d’arancia 

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La start-up italiana AraBat ricicla le batterie esauste agli ioni di litio attraverso un processo che prevede l’utilizzo degli acidi della frutta.

Le bucce d’arancia per riciclare le batterie 

Si sa bene che tutti gli anni l’Italia conferma di avere un ruolo fondamentale e strategico nel comparto alimentare, vantando una produzione e vendita record di frutta e verdura soprattutto a Sud.

Perché non sfruttare dunque queste potenzialità a fini energetici e per la protezione ambientale? Ci ha pensato una startup italiana a portare una totale innovazione sul mercato, utilizzando le bucce d’arancia per riciclare le batterie esauste. 

Si tratta di un metodo, chiamato Arabat dal nome dell’azienda, che prevede proprio l’utilizzo dell’acido citrico presente negli agrumi come reagente chimico fondamentale per i processi di recupero dei materi delle pile a litio.

AraBat e i riconoscimenti ricevuti

AraBat è una realtà nata solo un anno fa a Foggia, in Puglia, proprio allo scopo di riciclare rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e batterie che hanno concluso il loro ciclo di vita. 

Il fine è sempre quello di recuperare e riutilizzarne i materiali implementando, per la prima volta, un processo non soltanto originale ma anche a zero impatto ambientale.

La startup pugliese ha voluto in questo modo mettere in risalto la bellezza e l’importanza dell’agricoltura del Meridione, e anche per questo ha già ricevuto numerosi riconoscimenti come l’Apulian Sustainable Innovation Award 2022, lo Smart AgriFood Summit Malaga 2022, il Premio Nazionale per l’Innovazione 2022 o l’Eni Award 2022, con una premiazione avvenuta alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella. 

Le partnership

L’azienda collabora inoltre con numerosi partner strategici, sia italiani che stranieri, come la società canadese EVSX.

Il team di AraBat vorrebbe chiudere un importante round di investimenti da oltre un milione di euro entro quest’anno, portando successivamente la propria tecnologia su scala industriale.

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